Al Capone
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AL CAPONE, SUPERSTAR

 

 

L'America non è mai stata scoperta. Si può dire, al più, che sia stata individuata.

Facendo nostra, quest’opinione di Oscar Wilde, cerchiamo di dare qualche altro elemento di individuazione. Senz’impegno, per carità.

America è western o gangster. Colpa del cinema, della letteratura, del luogo comune.

E gangster è proibizionismo, anni Venti, Chicago, Al Capone. Sono anche gli anni del "jass" che proprio a Chicago perde l’oscenità di origine e diventa "jazz" per non disturbare troppo le orecchie dei benpensanti del Loop.

Musica, donne, liquori e gioco: i quattro punti cardinali di quegli anni ruggenti visti nella prospettiva di Joe Fiaschetti, italiano nato a Brooklyn e piovuto con un fiume di birra nel centro di Little Italy di Chicago.

Joe Fiaschetti è un clandestino nato, nel senso che è figlio emigranti clandestini, legalmente inesistente per quella che lui sente essere la "sua" terra. E la sente "sua" alla maniera italo-americana degli abitanti degli slum estremamente bisognosi di miti fatti su misura.

Al Capone è fatto su misura. Anche lui arriva da New York con le toppe al sedere e in pochi anni è padrone di Chicago.

Un personaggio che fa sognare Joe Fiaschetti e poiché Joe è buono tinteggia di bontà anche il suo personalissimo mito di Al Capone e qualunque cosa il gangster faccia non potrà mai cambiare il giudizio di Joe: Al è un buono ma è mal contornato.

Cosi spesso pensa la povera gente di chi le sta tirando il collo.

Questa l’epoca e l'ambiente del nostro spettacolo.

Le avventure e le disavventure di Joe Fiaschetti ci faranno da filo conduttore, ma la nostra non sarà una vera e propria "storia", bensì un susseguirsi di episodi e di quadri musicali di quello strano periodo storico di Chicago in cui potere civico, polizia e banditi da strada strinsero un patto di mutua alleanza.

Cosa che, come è notissimo a tutti, non si è mai più verificata né in America né in Europa.

 

prima puntata

C’é una vecchia famosa canzone che comincia: "Nel millenovecentoventinove..."

Bene, oltre ai vestiti di chiffon, l'umanità si godeva molte altre cose.

In Italia, tutti in nero, si godevano Mussolini.

In Germania, qualcuno in bruno, si dava un gran da fare per poi godersi Hitler.

In Russia, tutti in rosso più, o meno naturale, si godevano Stalin.

In America, tutti sbronzi, si godevano Al Capone.

Un maestoso vecchio pioppo fa ombra come può a Loomis Street,

strada, del quartiere italiano di Chicago. Sul suo tronco paziente vengono affisse le condanne a morte: non quelle decretate dal popolo degli Stati Uniti (o almeno per nome), ma quelle senza appello decise da tribunali meno ufficiali. E poiché il vecchio pioppo è da tutti chiamato "l’albero dell'uomo morto" le sentenze hanno un seguito molto regolare. Cosi tutte le mattine gli italiani del quartiere danno un'occhiata all'albero per sapere come andrà la giornata.

La mattina a Chicago é il periodo più tranquillo del giorno, si raccolgono i morti dai marciapiedi, si tirano su i cadaveri dal fiume e poi si comincia a scaricare i grossi camion di Al Capone che riforniscono di birra clandestina i ventimila e pia spacci della città.

Naturalmente c'è anche la polizia, simpatica, allegra, un po' sbronza come ogni cittadino che si rispetti. Il Governo Federale ha proibito l’alcool e adesso anche gli astemi cronici bevono per sentirsi qualcuno.

Tra una botte e l’altra, più spesso dentro le botti, arrivano nuovi paesani. Per lo più meridionali, ma non sempre, per lo più in fuga da New York, ma non sempre, paesani clandestini senza un dollaro, ammareati di mogli e figli e con una lettera del parroco di Brooklyn, sempre. La lettera standard è per don Gennariello, parroco di Little Italy, Chicago.

Il testo standard dice che il latore della presente é un bravo picciotto sfortunato ma pieno di buona volontà e rispetto ed esorta a trovargli un posticino nella Grande Famiglia Italiana. Anche il funerale che passa più o meno tutte le mattine è occasione festosa di fiori, di musiche e di canzoni "su quant'era buono il picciotto che fu".

Giuseppe Fiaschetti arriva regolarmente dentro un barile di birra, una mattina di primavera.

Deve la vita ad una sparatoria d’accompagno che gli ha sforacchiato la botte alla partenza. Figlio di italiani emigranti clandestini, clandestinamente nato e vissuto a Brooklyn dove la polizia l’ha pizzicato perché puzzava d'alcool. Quando scoprirono che si era soltanto disinfettato un dito, scopersero anche che legalmente non esisteva. Ma Giuseppe Fiaschetti che al paese d’origine avrebbe fatto Peppo, in America faceva Joe e a Joe non è facile metterlo, come dire, in the ass.

Cosi, seguendo il consiglio del parroco di Brooklyn, ha fatto il pesce in barile fino a Chicago, bevendo birra e meditando sui cicli eterni della vita perché la birra non è calata mai.

Durante il balletto, dello scaricabarile riesce ad infrangere le doghe e a rotolare sul marciapiede. Bagnato di birra, rintronato di birra, affumicato di birra ascolta e non capisce il duetto che si scatena sulla sua testa: l’oste protesta perché ha un barile in meno, il camionista protesta perché la bolletta deve essere pagata per intero, la polizia di scorta protesta perché si sta facendo mezzogiorno e non vuole essere costretta ad arrestare qualcuno.

L'orologio della chiesa di don Gennariello batte il primo dei dodici rintocchi e, come nella favola di Cenerentola, è tutto un fuggi fuggi generale, polizia in testa. Tace "0 sole mio" e cantano i mitra.

E questa l’ora del buongiorno per le gang.

Passano rombando e sparano dalle auto in corsa, con tale precisione che i bambini misurano la loro crescita sulle file dei buchi sui muri delle case. Un metro esatto: chi è sopra il metro paga pegno se non si getta lungo e disteso a terra. L'arte del gettarsi a terra è lo sport favorito dei cittadini di Chicago.

Joe Fiaschetti non riesce a stare in piedi neppure dopo e viene deriso dagli habituè del selciato. Fortuna che ha la lettera per don Gennariello e così si trova ospitato presso una buona famiglia siciliana di Loomis Street.

Media borghesia trigenerazionale: la vecchia nonna vestita di nero, sorda e urlante un incomprensibile dialetto di Favara Alta, il vecchio nonno bifolco con la coppola, sordo e "scaricatore al porto in proprio", nel senso che in gioventù tendeva a portarsi la roba a casa, la seconda generazione, la prima nata in America, combattuta tra due mondi: il pater familias che sfrutta un piccolo giro di prostitute ma é severissimo con Rosaria l'unica figlia femmina e incita i figli maschi verso l’ideale di vita americano, la mater familias che passa le giornate davanti alla caldaia per distillare alcool, e i figli, terza generazione, ormai imbevuti dell'american way of life.

Il successo, il self made man, irraggiungibile per la prima generazione, difficilissimo per la seconda, é a portata di mitra della terza.

E su tutto, sopra tutto e tutti, l’incarnazione chigaghiana del mito americano visto da Loomis Street: Alfonso Caponi, detto Al Capone, detto Al Brown, detto più semplicemente "Il Granduomo".

Joe Fiaschetti é arrivato a Chicago con un ritaglio di giornale in tasca: una foto in cui si vede Al Capone regalare un nichelino ad uno sciuscià di Little Italy, e in cuore una certezza assoluta: Al Capone e un grande benefattore. C’è qualche omicidio, qualche piccola strage, ma Joe Fiaschetti è ben certo che Al Capone sia un buono, soltanto che é mal contornato.

L'ingresso di Joe nella famiglia Gemma, ingresso che non si poteva rifiutare in quanto caldeggiato da un amico degli amici, suscita irritazione tra i giovani maschi e folle amore a prima vi sta in Rosaria, che purtroppo per lei a prima vista risulta bruttina e ad una seconda decisamente brutta. Eppure sotto le poppe mortificate dal grembiulone nero batte un cuore passionale e romantico, dietro le sopracciglia cespugliose e il naso adunco vive un mondo di delicati sogni erotici: vedere Joe e infilare distrattamente le dita in una presa di corrente é un tutt’uno per la brutta Rosaria: più colpo di fulmine di così!...E poi tutta la cena, per colpa del corto circuito, a lume di candela….

L’oscurità giova a Rosaria quanto la luce del riflettore giova a miss Fondlebreast più conosciuta col nomignolo di Honey Dolly, cantante sexy platinata del "Burlesque" il locale preferito dal Granduomo.

Joe Fiaschetti resta a bocca aperta e scopa in mano a guardarla mentre prova un numero. Richiamato bruscamente al lavoro da Nick Sinistro, uno dei bracci destri del Granduomo, trasalisce urtando col manico della scopa il vassoio pieno di coppe di champagne che un cameriere sta portando attraverso il locale vuoto. Carambola e disastro. A calci in culo il povero Joe si affanna a raccogliere i cocci, tentando di farsi perdonare e di non farsi vedere dalla bellissima che si torce cantando sulla pedana fasciata di luce.

Honey Dolly, è proprio deliziosa e la platea applaude freneticamente. Adesso il locale è pieno di gente e anche il sindaco Hale Thompson siede al suo tavolo riservato in compagnia del giudice e dì alti funzionari del municipio. Si serve whisky in tazzine da tè e orchestra e pubblico si divertono ad inneggiare al proibizionismo. Il sindaco si scola intere "teiere" e attacca un a solo che dice "sono più bagnato dell’oceano atlantico" quando inizia un certo tramestio: un tavolo viene rovesciato proprio accanto al giudice, un uomo stringe la mano di un altro come per un affettuoso saluto, peccato che nella sinistra, abbia una pistola e gliela scarichi tutta in pancia.

Si genera un minimo di confusione ma Honey Dolly continua il suo numero e l’orchestra continua a suonare.

L’uomo colpito a morte crolla sul la spalla del giudice che applaude Honey come se nulla fosse. Irrompe la polizia, chiedendo scusa a Nick Sinistro. Il giudice, col morto in spalla, guarda severamente il sergente: come si per mette di interrompere uno spettacolo delizioso? Il sergente diventa piccolo piccolo: una spiata purtroppo, ha dovuto intervenire... Il giudice si scrolla il morto di dosso con un’espressione di fastidio e chiede in assoluta innocenza: cos’è successo?

L'unica voce che si sente è quella di Joe Fiaschetti che balbetta un po’ incerto che è morto uno.

Lo sguardo di tutti si appunta su Joe carico di disgusto.

Per questo Joe Fiaschetti si trova al centro del balletto della giustizia. Il giudice 1o fissa severo dal suo scranno e vuole sapere quello che "pretende" di aver visto. La giuria si fa aria con mazzette di dollari e dietro le sbarre l'assassino legge fumetti e beve whisky.

Joe sgrana i suoi occhi ingenui in quelli acuti del giudice: ho visto tutto quello che ha visto lei, signor giudice. Ossia niente.

La pistola fumava e...

Cancelliere scriva: l'imputato fumava ... Quando ha visto la vittima, come stava? Male, direi male...

Cancelliere scriva: la vittima era malata.

Secondo lei è morto in seguito a quello star male? Sì, signor giudice, sì perché...

Basta cosi. Morto di morte naturale. Il caso è chiuso.

A casa Gemma l’atmosfera si è fatta gelida come la minestra sbattuta davanti a Joe e i rumori ritmici della Famiglia che mangia diventano i toni pesanti e accusatori di una marcia dell'ignominia: "vada in piscio e scoli via chi vorrebbe far la spia..."

Rosaria ha gli occhi rossi. Don Calogero prosseneta mette davanti a Joe il pane rovesciato come si fa col boia, Tony il picciotto più picciotto di casa Gemma gli versa del vino con la sinistra e a polso rovesciato.

Joe vorrebbe discolparsi ma. tutti sembrano diventati sordi, meno la vecchia nonna che caccia un urlo sollevando le antiche vesti. Così subito dopo figlia e nipote: un sorcio!

Joe lo intravede fuggire attraverso la stanza interna e afferra una scopa inseguendolo.

"Con l’arma sua!" sghignazza Tony.

La vecchia nonna gli va dietro e assiste alla caccia infruttuosa di Joe: là, là, là ... grandi colpi di ramazza senza vittime.

La vecchia sputa sui piedi di Joe e dice maleparole in dialetto stretto ma il disprezzo è fin troppo comprensibile. Joe esplode di rabbia e le urla a brutto muso, cosi forte da raggiungerle gli ottocenteschi timpani:

- Io a Brooklyn ne ho uccisi sette d'un colpo!- E per chiarire meglio apre a sette le dita delle mani. Sette!

La vecchia pare capire perché sgrana gli occhi di ammirato stupore e corre dove gli altri mangiano. Joe, bollente di rabbia, le va dietro a scopa alzata.

La vecchia bisbiglia qualcosa alla figlia che sgrana gli occhi stupiti e bisbiglia qualcosa al marito. Il vecchio nonno urla "Cu fu?" ma nessuno gli dà retta, finché la notizia bisbigliata fa il giro del tavolo. Una faccia dopo l'altra si leva verso Joe con espressione diversa: dubbiosa, incerta, ammirata, sognante (è quella di Rosaria). Cu fu?

La vecchia urla al marito sordo spalancando le dita sul naso: "Sette! Sette d’un colpo ne allampò! Sette!"

Il vecchio sibila di ammirazione, poi si alza e va ad abbracciare Joe baciandolo tre volte.

La notizia della prodezza del "paesano" venuto da Brooklyn dilaga per Loomis Street, di bocca in bocca, come un’epica canzone: l'uomo che ne uccise sette d'un colpo.

Il Burlesque è di nuovo pieno di gente e Honey Dolly erotica da morire.

Joe la guarda dal fondo del locale appoggiato alla scopa. Un tramestio, un tavolo rovesciato e stavolta Honey Dolly smette di cantare. Il riflettore la lascia per andare verso l’ingresso: una fila di "gorilla" schierati in parata d'onore e oltre le loro possenti spalle passa una lobia chiara con il fascione scuro di seta.

Joe non vede altro, ma il riflettore segue quella lobia e nel locale si è fatto un religioso silenzio: è arrivato Al Capone Superstar!

Quando il riflettore torna a centrare la pedana, Honey Dolly non c’e più. Joe sente una stretta al cuore. Bruscamente richiamato alla realtà, dà un colpo col manico della scopa al vassoio di un cameriere che sta affrettandosi nella direzione in cui è scomparsa la lobia, carico di coppe di champagne. Catastrofe e disastro.

Joe fa il gesto di buttarsi a raccogliere i cocci e di proteggersi le natiche contemporaneamente. Viene afferrato saldamente e tirato su: è la faccia sinistra di Nick Sinistro, braccio destro del Granduomo che gli soffia fumo negli occhi:

- Qui sei sprecato, Joe. - E i calci in culo li becca il cameriere tra il divertimento generale.

Joe Fiaschetti non sa capacitarsi di ciò che sta avvenendo. Lo portano in una stanza, si alzano due facce da gangster e lo abbracciano: bravo. Lo portano in un'altra stanza e altri due lo baciano sulle guance. C'è un albino chiamato Cavallo che sorride tutto denti e gli dice:

- Bravo che non ti vanti. -

Joe tace intimidito.

- Bravo che ti adatti. - Joe tace senza capire.

- Bravo che sai obbedire - Joe sempre più zitto.

- Bravo che sai rispettare - Joe annuisce.

- E non vogliamo neppure sapere chi fossero quei sette che hai fatto fuori a New York. Per noi erano topi di fogna... -

Joe annuisce in modo deciso. Gli offrono un lavoro, un lavoro vero, da uomo.

Per chi? - azzarda Joe e i due sorridono e indicano verso la parete coi pollici: - Lui. -

Joe alza gli occhi e sulla parete, sorridente, bonario, c’è una grande foto di Al Capone.

Tutta una banda suona, nelle orecchie di Joe Fiaschetti.

 

seconda puntata

E’ un giorno come tutti gli altri a Loomis Street.

Appena fa giorno la strada si sveglia, rientrano puttane e papponi per il meritato riposo e gli altri iniziano i lavori della giornata: raccolgono i morti accartocciati sui marciapiedi, pescano quelli che galleggiano nel fiume, danno un’occhiata al vecchio pioppo per sapere a chi toccherà nelle prossime ventiquattr’ore.

Una moglie premurosa precede il marito per vedere che non ci siano agguati e avvia l’auto per sincerarsi che non ci abbiano messo una bomba, poi lo bacia, gli stringe il nodo della cravatta e va a pregare Santa Rosalia affinché glielo rimandi vivo anche quella sera.

Arrivano i primi camion carichi di birra scortati dalla squadra antialcool che beve un bicchierino e prende la quotidiana mazzetta, mentre si comincia a scaricare.

Quotidiano anche il paesano clandestino che sgorga intontito da una delle botti con una lettera del parroco di Brooklyn.

Proprio come é successo a Joe Fiaschetti.

Tuttavia Joe ha già mosso grandi passi nella scala sociale del quartiere e stamattina sta in chiesa, tutto acchittato, come se dovesse sposarsi. Tre banchi più in là c’è Rosaria, nerovelata, che lo spia da dietro alle mani giunte sul viso. Joe non sembra vederla e si inginocchia al confessionale dopo aver salutato don Gennariello che sbadiglia oltre la seta viola.

- Parla pure, picciotto. Questo è l'unico posto al mondo dove parlare non è peccato. - cosi il prete dà il via a Joe mentre Rosaria si va ad inginocchiare all'altro lato del confessionale.

Joe "confessa" brevemente fatti salienti della PRIMA PUNTATA soffermandosi sull'involontaria "bugia" di quel "ne ho uccisi sette d1un colpo" che gli ha aperto la strada verso alti incarichi nella gang di Capone.

Don Gennariello di confessioni ne ha sentite troppe ed è abbastanza saggio per preferire il non sapere: orecchio non sente, bocca non parla. Si infila i tappi nelle orecchie e sorseggia un po’ di whisky.

Dà il via anche alla griglia dietro cui Rosaria completa a modo suo i fatti della PRIMA PUNTATA sfogando la sua passione per Joe.

Don Gennariello si scola beato la fiaschetta di whisky lasciando che la sonnolenza gli distenda placida le palpebre.

Trasalisce all'insistere di Joe che vuole una parola del prete circa quel suo l’averne uccisi sette d'un colpo". Equivoca anche lui il senso della frase ma assolve e benedice:

-    Se l’hai fatto a fin di bene non e peccato. Se 1'hai fatto per cattivi sentimenti e adesso senti pentito... ego te absolvo ... Dio vede sino in fondo e capisce..". - l’occhio del prete scruta il fondo della fiaschetta- che tutto finisce…-

Rosaria, mani giunte e sguardo d'adorazione, segue con gli occhi Joe che esce verso il sole del

sagrato.

L'orologio batte mezzogiorno. E’ l’ora della prima sparatoria della giornata. Puntualissimi passano i gangster con le loro macchinone nere e sventagliano pallottole coi mitra. Tutti si buttano a terra e poi si rialzano facendo forza sulle braccia. Il vero balletto di Chicago.

Joe passa negozio per negozio lungo tutta la strada. E’ molto orgoglioso del lavoro di fiducia che gli hanno affidato: deve riscuotere le tangenti imposte da Al Capone. Pero' non gli hanno detto che sono imposte, cioè gliel'hanno detto ma lui ha capito "imposte' in senso legale.

Bussa alle vetrine e sorride: - Vigilanza! - esclama e rilascia regolari ricevute firmate con una vistosa croce. Si muove con la tranquilla naturalezza di un fattorino. E intorno a lui la strada continua il balletto della giornata.

Nella lista che han dato a Joe c'è anche un certo Logan. Tutti meno Joe a Chicago sanno che Logan vuole fare le scarpe ad Al Capone. Sono sue le macchine che sventagliano pallottole a mezzogiorno. Andare da Logan a riscuotere per conto di Al Capone è suicidio.

Tutta la strada già canta "Peccato, era un bravo figliolo" quando allegro e ignaro, Joe scosta i mitra degli scherano di Logan e gli sbatte davanti tutta la sua eburnea dentatura in un sorriso che per Logan diventa di difficile decifrazione.

Possibile che questo "nuovo" di Al Capone venga a ficcarsi nella tana del lupo senza avergli teso una qualche trappola? Forse Al Capone altro non aspetta che Logan sforacchi quest'imbecille? E perché?

Logan tiene a freno i suoi già pronti ad uccidere e, con diabolica astuzia, preferisce pagare. È un bel mucchietto di dollari quello che Joe ramazza dal piano della scrivania facendolo cascare dentro una vecchia borsa di tela.

Con quella che pare una freddezza assolutamente eccezionale, Joe torna vivo e allegro in strada.

Stupore e ammirazione.

Il balletto della strada non sa che note prendere.

I ragazzi di Logan sono usciti dietro a Joe e non lo perdono d'occhio: vogliono recuperare il malloppo. Joe non pare avvedersene, canticchia alla sua fortuna e per ingraziarsela di più regala un nichelino ad un bambino vestito di stracci: lo stesso gesto che Al Capone fa nella foto che Joe si porta in tasca.

E continua il suo "giro": sulla soglia di un negozio che vende orologi e polvere da sparo, il proprietario gli consegna il denaro della tangente già impacchettato. Il pacco fa anche un po’ tic-tac ma Joe non ha sospetti e lo ficca nella borsa di tela.

I ragazzi di Logan si scambiano dei cenni e si fanno sotto: quel tizio ha l’aria di essere uno stupido senza alcun collegamento con trappole o pericoli. Ma si fa sotto prima Rosaria che va "casualmente" a sbattere contro Joe e per il soprassalto si porta una delle sue mani sul seno: una delle sue, sue di lui ...

Joe è imbarazzato, la strada ride intorno a lui, Rosaria cerca di strappargli la borsa di mano per aiutarlo e perché "non sta bene che un uomo vada in giro con la borsa della spesa".

Ne nasce un tiramolla frenetico: "dai a me" "no, dai a me" e come un refrain la voce dei duri di Logan che dicono "dai a noi, a noi, a noi!" e si appropriano della borsa coi soldi e con la bomba.

Rosaria strilla furiosa, i duri sparano col mitra. Rosaria, Joe e tutti i chicaghiani che passano sono prontissimi a buttarsi sulle palme delle mani: due, tre, quattro piegamenti... quelli che bastano perché i duri scarichino i mitra. Poi la bomba mette fine al concerto con un solo terribile boato.

Dentro l’auto nera e schiantata, tre statue nere: stavolta i duri di Logan sono veramente duri per l’eternità. Tutt’intorno fioccano dollari bruciacchiati.

Mogio e senza denaro, Joe torna al Burlesque. Passa a testa bassa tra i tavoli, ignora il numero sulla pedana, va dritto alla cabina telefonica. Compone un numero e la cabina ruota su se stessa portandolo nella parte più segreta del night: la bisca. Qui si beve whisky nei bicchieri, 1’orchestra strimpella jazz e le più alte personalità di Chicago giocano sui tappeti verdi.

C’è ovviamente Thompson, col giudice, il capo della polizia e componenti della giunta.

Al microfono l’irresistibile Honey Dolly scarsa di vestiti e abbondante di tutto il resto, canta applauditissima una canzone che dice "Cosa vuole la gente di Chicago? Vuole birra! E noi gliela diamo! Vuole donne! E noi gliene diamo! Vuole gioco e noi glielo diamo! Siamo i benefattori di Chicago ma quando ci faranno il monumento sarà d'abete foderato in zinco..."

Joe è così avvilito di aver fallito che guarda con tristezza anche. la donna dei suoi sogni.

L'orchestra cessa di suonare. Nick Sinistro gli va incontro. Joe si aspetta i calci in culo.

- Come hai fatto? - gli chiede il gangster.

- Sfortuna. - mormora Joe rassegnato. Poi vede il capo della polizia e sussurra:

- Mi hanno rubato tutto. Bisogna chiamare la polizia.-

Il capo della polizia si alza: se qualcuno lo deve chiamare è meglio che corra in ufficio in modo da poter rispondere.

Ora tutti ridono. Joe non capisce. Nick Sinistro gli tende la mano colmo di ammirazione: ha fatto fuori tre duri della banda di,Logan in un sol colpo! E che freddezzal Che senso dello humor! Da bere gratis per tutti! Un brindisi per Joe!

Joe non afferra bene ma è lieto che tutto si risolva cosi, in festa. Beve alla propria salute e cerca con lo sguardo Honey Dolly che è scesa dalla pedana dell'orchestra.

Honey Dolly è a fitto colloquio con l'Albino, uno dei gelidi killer vicini a. Capone. E’ colma di disprezzo, gli indica Joe festeggiato: quello è un uomo! Da solo ne fa fuori a mazzi di duri veri o presunti.

L'Albino beve e fissa Joe con uno sguardo cosi freddo da far scoppiare un termometro.

- Quello è un uomo!- continua la platinata provocante - Non tu che mi prometti sempre di accoppare mio zio e non lo fai mai! –

L'Albino sorride come sa fare lui, tipo banchisa che si incrina:

- Zio Capone non è uno zio come tutti gli altri. -

- Certo! Altrimenti perché ucciderlo? E’ uno zio che vale cento milioni di dollari. -

- Vedi, Honey - continua l'Albino con calore da rigor mortis - anche tu da tanto mi prometti una cosa che non mi dai... -

-    Con zio Capone vivo, mai! –

-    Io la voglio prima. –

-    Dopo. - 

-    Prima.

-    Dopo. -

L'Albino allunga le bianche dita adunche verso Honey ma non arriva ad afferrarla 1à dove avrebbe voluto perché una poderosa mano gli ferma il braccio. E’ Nick Sinistro, che sorridendo bonario, leva un ginocchio e gli spezza il braccio su di esso, come se fosse un ramo secco.

L'Albino stride di rabbia e di dolore e impugna la. pistola con la mano sana. Ma Nick non smette di sorridere e gli afferra la mano armata, la torce, i colpi esplodono verso il soffitto, poi con bonomia leva l’altro ginocchio e gli spezza anche l’altro braccio.

Tutti si levano in piedi di scatto: anche l'Albino, con le braccia rotte a ciondoloni, segue l'avvicinarsi della lobia chiara col fascione scuro di seta.

Al Capone, centrato dalle luci, sbuca da dietro le possenti guardie del corpo vuol sapere che stia succedendo.

Nick Sinistro ha un gesto rassegnato indicando l'Albino:

- Ha cercato di mettere le sue sudicie mani addosso alla ragazza. -

Al Capone sorride all'Albino, scuotendo la testa, mentre Honey lo bacia con effusione su una guancia.

- Come fa quella canzoncina, Honey? - chiede Capone.

- Non si ruba 1a marmellata- intona Honey Dolly e continua deliziosa- 0 il papà ti farà "tic" sulle manine... -

Al Capone ascolta in brodo di giuggiole e finita la canzone sospira:

-Tiene il sangue troppo caldo. Portatelo un po’ fuori... fategli fare un giro in macchina... -

Due gangster agguantano l’Albino sotto le ascelle mentre la sua faccia diventa più ghiaccia del solito.

- Noooo! In macchina, noooo! - urla, mentre l’orchestra attacca un allegro motivetto ritmato in coro da tutti, che dice: "Vieni in macchina con me, ti buttero' nel fiume... "

L'Albino viene portato via e Capone guarda Joe: uno sguardo acuto, penetrante, poi un cenno affermativo:

- Bravo. -

Niente di più ma per Joe ha il sapore di una medaglia al valore.

Ed è ancora questo sapore che sente in bocca mentre mangia alla tavola dei Gemma e racconta la sua versione dei fatti: che brav’uomo il Granduomol Stava per succedere un macello nel locale

e lui ha messo tutto a posto.

Gemma padre annuisce:

- Domani c'è il funerale. Hanno pescato l’Albino nel fiume. -

Joe è addolorato: povero ragazzo! Si sarà buttato nel fiume per amore! Fissa nel. vuoto con aria sognante e non s’avvede che Rosaria sta arrivandogli alle spalle con la zuppiera di minestra. Mormora in estasi d'amore:

- D'altra parte chi non s'ammazzerebbe per Honey Dolly! -

Si sente invadere da un'ondata di calore, ma è la minestra che Rosaria gli rovescia in testa lasciandogli la zuppiera come cappello.

Anche questo non riesce a togliere dal volto di Joe l’estatica espressione da idiota che gli dà il pensiero della platinata del Burlesque.

Rosaria è sconvolta ma a Joe non rinuncia. La bionda l’ha stregato? e allora controfattura ci vuole!

La vecchia megera sdentata che fa da perpetua a don Gennariello e la strega ufficiale di Loomis Street.

I filtri d'amore hanno bisogno di molto whisky per lei e code di rospo, unghie di pipistrello per la vittima.

Rosaria assiste al rito della preparazione. La strega beve il whisky e mescola l’intruglio. Poi dà alla ragazza un medaglione di Santa Rosalia: deve metterlo sul cuore all'uomo dei suoi sogni, deve farglielo tenere per tre giorni e tre notti dopo avergli fatto bere il filtro d'amore recitando una cantilena diretta a Santa Rosalia chiedendo la grazia di essere violentata da quell'uomo, rapita, sequestrata, posseduta, disonorata. E così sia.

Joe, l'uomo dei sogni di Rosaria, se ne sta ignaro e tutto zucchero a guardare Honey Dolly che canta al Burlesque. La guarda e sogna. Sogna che la platinata lo guarda e gli sorride, sogna che scende dalla pedana per andare da lui, cantando solo per lui... Sogna il suo volto perfetto dai grandi occhi ... e un occhio si chiude in una strizzatina ammiccante ... e canta, sorride, ammicca...

Sogno o realtà? Perché Honey Dolly è scesa dalla pedana e ora canta per lui, e gli fa l’occhietto deliziosamente maliziosa...

Joe si scuote, ammicca anche lui per un tic d'emozione. Honey Dolly lo lascia avvolto nel suo velo e continua a cantare. Termina di cantare, tutti applaudono. Honey Dolly se ne va e lo guarda ...

Joe è come in trance. Davvero gli avrà fatto un cenno? Si alza e le va dietro, trasognato.

La porta del camerino è socchiusa. Joe suda incerto: aprire o non aprire? Vuol bussare e non ci riesce. La porta si apre e Honey Dolly, bella da capogiro, gli sorride invitante.

Joe é bloccato, balbetta scuse, si tira indietro.

Honey Dolly fa il musino e leva un ferro da stiro: non vuole entrare un momento per aggiustarle il suo ferro da stiro? Scalda troppo e le brucia le trine della biancheria...

Così Joe si trova dentro, nel camerino frou frou, inebriato e imbranato col ferro da stiro in mano.

Honey Dolly lo sfiora, lo provoca, lo stuzzica, gioca tutte le sue carte di seduzione e sono poker d'assi: Joe esplode come una bottiglia di champagne. Perde la testa. E’ su di lei. La bacia, la distende sul divano.

È a questo punto che Honey Dolly diventa di ghiaccio e lo ferma.

- Non si può. Lui non vuole. -

-    Lui chi? - geme Joe col sangue che gli suona campane in testa.

-    Lui, il granduomo. - Honey indica col pollice il quadro di Al Capone che sta appeso al muro.

Joe guarda quel volto grassoccio dal sorriso ambiguo. Ci mette tempo a capire e quando si riprende Honey Dolly é già sulla porta avvolta in una pelliccia. Sadicamente torna ad indicargli la fotografia:

-    Lui non vuole. Capito? Lui. - e se ne va lasciando Joe privo di forza.

La notte trova Joe seduto sulla spalletta del ponte a guardare giù verso il fiume. Canta il suo amore disperato per la bella Honey Dolly mentre di tanto in tanto automobili scure si fermano accanto a lui e corpi umani piombano nel fiume: a Joe pare che mezza Chicago si uccida per amore di lei.

E allora sia! Joe si toglie la giacca e la posa sulla spalletta del ponte, si leva le scarpe, si prepara a buttarsi quando scorge una mano furtiva che si appropria della sua giacca. Urla. Il ladro fugge e Joe lo rincorre sdegnato: rubare la giacca a chi sta per morire! Per un attimo il ladro ha un volto che lascia sgomento Joe: il ladro è una ladra: Rosaria.

La donna si è infilata in casa correndo e Joe la insegue furioso.

Rosaria si è chiusa in camera e Joe sta per forzare l'uscio. Tony appare nel corridoio limando una sua strana pistola:

- Se sfondi, sposi... - gli sussurra e tira via. Joe si blocca.

Chiusa nella sua stanzetta, Rosaria sta cucendo sotto la fodera della giacca di Joe il grosso medaglione di Santa Rosalia, proprio all'altezza del cuore.

Joe è sul letto e russa pesante. Rosaria entra in punta di piedi. Si è avvolta in un velo nero, agita la bottiglietta del filtro d'amore, posa la giacca in fondo al letto e poi si avvicina a Joe. Lo fissa estatica da dietro il velo, brutta come la morte. Joe russa a bocca aperta e Rosaria ne approfitta facendogli colare in gola l’ignobile intruglio.

Joe tossisce, si sveglia: accanto a lui, l'ombra nera di Rosaria, come un fantasma. Joe sgrana gli occhi spaventato.

Lentamente Rosaria si tira via il velo nero, piano, scoprendo il proprio volto dal naso adunco, gli occhietti acquosi, la bocca coi dentoni gialli.

Adesso sì, veramente terrorizzato, Joe urla.

 

terza puntata

Non è un giorno come gli altri questo per Loomis Street.

È giorno di elezioni. Si vota per eleggere il sindaco di Chicago. La strada è piena di manifesti inneggianti a Thompson, Bill il Grande Costruttore, l'uomo che fa cantare Chicago, che chiede, ordina, prega, si dichiara sicuro di essere rieletto.

Oggi non ci sono nomi sul vecchio pioppo. Non c’è la distribuzione di birra. Tutti gli uomini di Al Capone sono occupati a "convincere" la gente, casa per casa, a votare per il grande Thompson.

Joe Fiaschetti invece è in chiesa, inginocchiato davanti alla griglia del confessionale di don Gennariello a vuotare il sacco dei suoi "peccati".

Racconta tutto quello che gli è successo nel la PRIMA PUNTATA e nella SECONDA PUNTATA e di tanto in tanto sputa perché, dice, gli sembra di aver mangiato topi di fogna.

Il prete finge di ascoltare e quando ha vuotato la fiaschetta si affaccia esortandolo a votare per Thompson.

Questo ricorda a Joe che lo aspettano al seggio elettorale numero 26: gli hanno dato il nobile incarico di "istruttore al voto", poiché il quartiere è pieno di analfabeti ignoranti, bisogna con pazienza mostrare loro come si fa, entrando con l’elettore in cabina e facendogli tracciare una croce sul nome di Thompson: se lo vuole come sindaco la croce è segno di benedizione, se invece non lo vuole è segno di cancellazione.

Joe sembra proprio convinto di questa strana teoria di voto. La gente ha paura, il seggio è pieno di uomini di Al Capone coi mi tra in mano.

In strada Thompson canta il suo comizio che è quello di tutti gli arruffa-popolo imbroglioni e truffatori: difende Chicago dal "fango" con cui il mondo vorrebbe colpirla, dice che è una città libera e viva e che se c’è qualche malandrino è un'eccezione. I famigerati gangster sono un’invenzione di chi odia la città.

Al Capone in persona gli stringe la mano e apre la colletta buttando mille dollari nel cappello.

I gangster di Capone lo fanno girare e costringono tutti a contribuire in misura "adeguata" alle proprie possibilità.

Il Granduomo entra nella sua Cadillac V 8, 40 Hp, e l1autista non ha neppure il tempo di avviare: passano rombando auto di Logan tappezzate di manifesti inneggianti all'elezione di Toby, l'avversario di Thompson.

I manifesti vengono lacerati dalla sventagliate di mitra che partono dalle auto: i chicaghiani prontissimi si buttano a terra planando sulle palme delle mani, Thompson compreso. Le pallottole crepitano sulla Cadillac di Al Capone, con insistenza, come una grandinata, ma l’auto è blindata, i cristalli a prova di pallottola e dentro Al beve un bicchierino con un sorriso ironico.

Poi la Cadillac si avvia e il finestrino posteriore si ribalta per permettere le giuste scariche di risposta.

La gente che si stava già rialzando, torna a buttarsi giù, Thompson compreso. Poi, quando tutto è passato, 11ineffabile sindaco dalla faccia di bronzo riprende il suo discorso sulla probità di Chicago.

 

Al seggio numero 26, Joe sta facendo con pignoleria il suo dovere, sostenendo la mano di un vecchietto bizzoso per fargli fare la croce sul nome di Thompson. Poi la scheda viene infilata nell’urna sotto le vigili canne dei mitra degli uomini di Capone.

Avvolta in un candido ermellino, più platinata che mai, la bella Honey Dolly viene a votare. Fa gli occhi dolcissimi a Joe e lo vuole con lei. nella piccola cabina. Un contatto sconvolgente per Joe, estasiato dal profumo di lei, inebbriato e confuso. E’ lei che gli deve guidare la mano per fare la croce sul nome di Thompson e gli si appiccica tutta addosso. Davvero impossibile resistere per Joe che la bacia con passione e andrebbe ben oltre se Honey Dolly non glielo impedisse: finché zio Capone è vivo, mai! Se davvero l’ama deve semplicemente ucciderlo! Joe guarda la donna a bocca aperta, bloccato dalla sorpresa! Uccidere il Granduomo? Solo perché è giustamente severo con la nipote?! Ma che dice? Al ha un grande cuore, gli parlerà del loro amore e lui capirà. E’ cosi comprensivo!.

Honey Dolly fissa Joe incerta: dirà sul serio o la prende in giro? Sembra proprio dire sul serio. Honey scoppia a ridere: parli, parli pure con zio Capone e cosi lo manderà a fare un giro in macchina...

Mentre Honey Dolly va a mettere la propria scheda nell'urna, Joe viene bloccato in cabina dall'arrivo di Rosaria. La brutta sicula aggressiva, gli dà una spinta e poi approfitta di lui, palpan dolo, abbracciandolo, baciandolo.

Prima che Joe possa respirare e respingerla, ecco Tony rovesciare letteralmente la piccola cabina: urla come un forsennato e accusa Joe di aver mancato di rispetto alla sorella.

Joe tenta invano di gridare la propria innocenza e il proprio rispetto assoluto, Tony gli fracassa una delle urne in testa. Ne nasce un parapiglia in cui viene coinvolta anche Honey Dolly aggredita dalla passionale Rosaria. Nessuno bada a due sciuscià che trafficano intorno all'urna piena di schede.

Finalmente gli uomini di Capone riescono a sbattere fuori sghignazzando Tony e Rosaria.

Tony porta via la sorella facendole un predicozzo: deve mettere testa a partito e sposarsi il poliziotto di quartiere che l’ha chiesta in moglie. Rosaria piagnucola che il poliziotto è brutto e anche irlandese.

Tony scuote la testa: anche gli irlandesi muoiono ma se sono poliziotti lasciano alla vedova una buona pensione. Gli imbecilli come Joe invece muoiono ugualmente ma alla vedova lasciano al massima una fila di figli da allevare.

Anche Honey Dolly è furiosa, l’ermellino spelacchiato e sporco per la colluttazione, rientra al Burlesque facendo volare tavoli e sedie. Fila dritta nell'ufficio di Nick Sinistro ma entra col sorriso sul volto, totalmente improvvisamente dolce e gattina.

Nick Sinistro le dice bruscamente che é inutile: lui non ucciderà mai il suo benefattore Capone. Honey Dolly ride squillante: crede ancora a quel vecchio scherzo?! Ma per carità, il caro zietto! Oppure vuole mandarla via perché non gli piace più?

Nick Sinistro, paonazzo d’eccitazione, allunga le mani ma Honey Dolly si sottrae: dopo mezzanotte semmai, come ai bei tempi. Adesso c'è qualcosa di più urgente: deve eliminare quel Joe Fiaschetti! E subito, prima che gli faccia le scarpe!

Nick si ingrugna: nessuno gli farà mai le scarpe! Honey ridacchia: dicono tutti cosi! Canticchia "Dicono tutti così e poi riempiono i cimiteri, fiori fiori fiori per Nick Sinistro!".

Il gangster si infuria e Honey Dolly gli dice che Joe la chiederà in sposa a zio Capone, dopo di che diventerà il naturale erede dell'impero del Granduomo e la prima cosa che farà, gliel'ha confidato, sarà quella di spedire al Creatore quella merda di Nick Sinistro: parole sue!

- Le ultime! - ruggisce Nick stringendo i pugni.

Al seggio elettorale è ora di chiusura. Joe si va a dare una rinfrescata nella toilette e lo sguardo gli cade sull'uncino di ferro che regge la carta igienica: c’è infilato un grosso mazzo di schede elettorali tutte a favore di Thompson . Resta interdetto e gli giunge da fuori la voce alterata di chi sta facendo lo spoglio delle schede prese dall'urna: Toby, Toby, Toby...

Joe spalanca la porta e torna nel seggio: gli uomini di Capone sogghignano: bravo, ha fatto votare per Toby, eh? Capone sarà contento di tanto tradimento ... E mentre gli cantano dietro "Hai chiuso, hai chiuso !", Joe esce furibondo sbattendo la porta: se Al Capone gliela farà pagare, c’è chi prima deve pagare a lui!

L'altra porta che sbatte è quella di casa Gemma. Sono tutti a tavola e Joe entra infuriato: punta un dito contro Tony minaccioso e lo accusa di brogli elettorali. Ecco perché ha rovesciato le urne! Tony ride.

Il capo famiglia interrompe la lite: a tavola si sta in armonia. Se hanno qualcosa da chiarire, vadano fuori.

Tony si alza ed esce. Joe gli va dietro. Gli altri riprendono a mangiare.

I fratelli di Tony non si parlano fra di loro per chissà quali antichi rancori e lo fanno solo tramite i genitori: questa é una forma accettata di armonia.

Loomis Street è buia, regno di prostitute, papponi e ubciachi.

Di tanto in tanto qualche scarica lontana, forse di mitra. Una bella notte, una normale notte.

Tony continua a deridere Joe, profetizzandogli una fine molto precoce: di solito gli itbecilli muoiono per primi

Il rumore di un'auto, prima che Joe allunghi il suo primo cazzotto, una voce rauca nella notte:

- Tony! Giù!-

Pronto Joe si butta a terra, sulla palme delle mani. Tony, sorpreso, si volta a guardare:

- Eh? -

Non avrà mai risposta. 0 meglio la risposta gli fiorisce sul petto: un colpo secco di pistola sparato dall'auto buia che si allontana. Tony piroetta su se stesso e crolla sul marciapiedi, la pistola gli schizza via da sotto l’ascella e rotola due metri più in là.

Joe la afferra e rincorre l’auto premendo il grilletto: ma la pi stola non spara perché ha la sicura bloccata. Quando Joe se ne accorge, l’auto è scomparsa.

Il grido di dolore di Rosaria. L'alto lagno della madre di Tony. L'inizio dell'incomprensibile lamento siculo da prefica della vecchia nonna.

Tony è morto e Joe è a pochi passi da lui con la pistola in pugno.

- Non sono stato io...- ma l'accusa è negli occhi di tutti. Rosaria incita i fratelli alla vendetta con repentino passaggio, dall'amore all'odio. Ma i fratelli di Tony, parlandosi tramite la madre, dicono che loro lavorano per Capone, come Joe, Tony invece lavorava per Logan. Non possono uccidere Joe senza il permesso di Capone solo perché ha fatto fuori un uomo di Logan.

Soluzione: chiedere a Capone. Terribile logica mafiosa.

È venerdì mattina, giorno di paga per i poliziotti. Non la miseria che passa loro il municipio di Chicago, ma la paga vera, sostanziosa, che ricevono settimanalmente dal vero padrone della città, Al il Grande.

I poliziotti sono tutti in fila, ordinati e diligenti. Cantano in coro: "Viva Al Capone Superstar, l'unico che mantiene sempre le promesse... "

I fratelli di Tony passano sgarbatamente tra i poliziotti e nessuno di loro osa protestare.

Entrano al Burlesque e chiedono di parlare col gran capo. C'è un’aria strana nel palazzo: uomini con fucili di precisione alle finestre, tensione, ammiccamenti. Ma nessuna spiega nulla ai fratelli di Tony che vengono fatti entrare nell’ufficio di Capone.

La sontuosa scrivania è vuota, la sedia è vuota: solo la foto di Capone li fissa dal muro. Eppure Capone c’è. Sta fumando un sigaro in un angolo, accanto all'attaccapanni dove c’è il suo cappotto scuro e la lobbia chiara. Sorride ai fratelli Gemma e 1i esorta a parlare, ma non si muove dall'angolo.

I fratelli vengono avanti e passano davanti alle due finestre, una per lato , che limitano l’angolo in cui sta Capone. Il gangster, bonario come sempre, li ammonisce a stare indietro. Meglio non guardare il panorama, stamane.

I fratelli Gemma sono del mestiere e capiscono a volo: qualcuno dai palazzi intorno cerca di sistemare Capone con una. buona fucilata.

Capone annuisce in una nuvola di fumo: loro gli sono fedeli? Si? Chi vuol mettersi il suo cappotto e il suo cappello e andarsi a sedere dietro alla scrivania, proprio tra le due finestre?

I fratelli Gemma sono in imbarazzo, veramente loro volevano solo chiedere un'autorizzazione. Bussano alla porta: è Joe.

Capone lo fa entrare. Joe guarda stupito e allarmato i fratelli Gemma, addossati alla parete e il Granduomo che fuma nell'angolino.

Bonariamente Capone lo redarguisce per l'esito elettorale del seggio che gli aveva affidato e Joe cerca di spiegare ma il gangster non gliene dà il tempo: oh non se n’é avuto a male e per dimostrarglielo, ecco, gli vuole regalare il proprio cappotto e il proprio cappello. Se li metta.

Joe non può disobbedire all'invito. Si infila il cappotto e si mette la lobia in testa. Ora Al gli dice di sedersi alla sua scrivania e di dirgli se il posto gli piacerebbe.

Joe è molto imbarazzato e guarda i fratelli Gemma che si danno di gomito e ridacchiano.

Tum! Tu-tuum!

Joe, centrato in pieno petto da una delle pallottole che hanno fracassato entrambi i vetri delle finestre viene sbattuto a terra con violenza.

Tum! Tu-tum! Tum! Tu-tu-tum!

I cecchini di Al Capone non aspettavano che il modo di localizzare gli attentatori e rispondono con un fuoco micidiale. I killer vengono centrati e abbattuti.

Al Capone scavalca il corpo di Joe e solleva la cornetta del telefono: parla col capo della polizia e ringrazia per l'informazione. A buon rendere.

Joe, che dovrebbe essere morto, gli si solleva in mezzo alle gambe.

I fratelli Gemma arretrano spaventati. Joe si infila un dito nel buco bruciacchiato che ha nella giacca all'altezza del cuore e trova il medaglione di Santa Rosalia su cui c’è la pallottola schiacciata. Miracolo!

Anche il Granduomo sembra colpito da questo "segno" e ripete la storica frase di Napoleone: meglio un generale stupido ma fortunato, che uno intelligente ma jellato!

Mette una mano sulla spalla di Joe:

- Chiedimi quello che vuoi. -

- Honey Dolly. - sussurra Joe che si sta riprendendo.

Al Capone aggrotta la fronte, poi sospira: ha chiesto la sua cosa più cara. Poi decide bruscamente:

-    Sposatela. –

Respinge i ringraziamenti di Joe e torna secco a parlare d'affari: 11indomani è il giorno di San Valentino, gior no degli innamorati. Ideale per un fidanzamento, pero' lui non ci sara. Deve andare in Florida, assolutamente. Guarda i Gemma che sogghignano: impegno improcrastinabile.

 

Joe é felice: canta e balla lungo tutta Loomis Street, entrando e uscendo dai negozi sempre più carico di regali per la sua dolce Honey Dolly che intanto sta fracassando suppellettili con meritevole sistematicità: è quel che si dice incazzata nera.

Nick Sinistro fugge inseguito da bicchieri e vasi cinesi e Joe lo incrocia con allegro saluto.

Honey Dolly muta di colpo e spalanca le braccia all'apparire di Joe. Sembra al culmine di una grande felicità.

Joe l’abbraccia, la bacia e le annuncia felice la lieta novella: zio Capone ha dato il permesso.

Honey annuisce digrignando, ma subito sorride: lo sa già.

Joe si accorge del mare di cocci e Honey lo accarezza: ha spaccato tutto, pazza di gioia.

Joe crede a tutto, è al settimo cielo e forse addirittura all'ottavo. intona infatti la canzone: "Sono all'ottavo cielo e forse un piano in più..."

Honey Dolly fa il verso, trucida, ma sorridente quando lo sguardo di Joe si posa sul suo volto.

Joe vorrebbe "consumare" subito ma Honey Dolly fa la virtuosa: dopo la benedizione del prete!

Moinando sexy e zucchero, Honey prega Joe di andare in un garage di Clark Street al numero 2122 a ritirare la sua Rolls Royce.

Joe per un attimo si fa serio: ma è zona di Logan! Honey fa spallucce deliziose: c’è un meccanico bravo che le ha promesso di sistemarle la macchina in giornata, proprio per farle un favore personale e perché oggi è San Valentino, la festa degli innamorati. Joe la bacia e se ne va, obbediente.

Honey Dolly permette di nuovo alla sua faccia di esprimere la nera incazzatura e si attacca al telefono:

- Logan...sì ,sono io ... certo caro, stanotte ... tutta la notte, come ai bei tempi ... ti chiedo solo un favore ... ho man dato un imbecille nel tuo garage di Clark Street con la scusa di prendere la mia Rolls: me l'ammazzi per piacere? -

-    Per te questo e altro, tesoro. Chi è? –

-    Joe Fiaschetti. -

-    Quel fortunato fottuto bastardo. Sarà un piacere, tesoro. Sono sempre più convinto che abbiamo gli stessi gusti. –

Honey Dolly ridacchia e riattacca un po’ sollevata.

Joe fischietta felice per le strade. E’ il giorno di San Valentino e gli innamorati si scambiano regali.

E’ un tutto un balletto di carinerie, bacetti e pacchettini.

Si canta "Il giorno di San Valentino tutti si aspettano un regalino".

Tutti meno Logan.

Il garage di Clark Street é un brutto garage. Il giorno di San Valentino del 1929 un brutto giorno.

Killer travestiti da poliziotti entrano nel garage e ordinano agli uomini di Logan di mettersi contro il muro. I gangster obbediscono ridacchiando: é forse cambiato il tenente di polizia? Vuole un aumento di bustarella?

Ma i falsi poliziotti sparano coi mitra. Un centinaio di colpi e ai gangster di Logan resta un tragico balletto di morte.

Un cane alsaziano ulula incatenato ad una macchina. Gli assassini se ne vanno, tranquilli e soddisfatti. Per loro, un lavoro come tanti altri.

Il primo ad arrivare sul luogo della tragedia è Joe Fiaschetti. Arriva canticchiando:

- C’é nessuno? - Gli risponde solo il cane. Joe non va in fondo al garage dove giacciono gli uccisi. Vede la Rolls e si mette al volante. Avvia e se ne va.

Un'oretta dopo, Honey Dolly è in giro per negozi a far spesucce: qualche diamantino, una pellicciotta e il rinnovo di tutte le porcellane. Sente suonare un clacson bitonale. Si volta di scatto e per poco non sviene dalla sorpresa: Joe Fiaschetti, che dovrebbe essere morto e quasi sepolto, o almeno in fondo al fiume, le sorride al volante della sua Rolls gomito appoggiato sulla portiera.

Honey Dolly barcolla incerta. Intanto dal fondo della strada monta un coro di voci, di grida: la strage di San Valentino! Ne hanno ammazzati sette d'un colpo! Sette gangster della banda di Logan trucidati in un garage! Sette in un colpo!

Honey Dolly si aggrappa alla Rolls boccheggiando e guarda Joe come se lo vedesse per la prima volta. Joe continua a sorriderle con aria estatica. Honey entra in auto e si lascia andare sulla pelliccia di giaguaro che fodera la Rolls. Balbetta, tra l’interrogativo e l'incredulo:

- Sei stato tu…?-

 

quarta puntata

E’ un giorno speciale per Loomis Street perché si sposa la nipote di Capone, il Re.

Eppure inizia come tutti gli altri: la strada si sveglia all'alba, rientrano puttane e papponi per il meritato riposo e gli altri cominciano i lavori della giornata. Si raccolgono i morti accartocciati sui marciapiedi, si pescano quel li che galleggiano nel fiume e si dà un'occhiata al vecchio pioppo che oggi non ha cartelli ma é bardato a festa come un albero di Natale.

Da una casa all'altra rimbalzano voci eccitate: il meglio di Loomis Street si sta vestendo per la grande cerimonia che inizierà subito dopo lo scarico della birra.

Dentro una delle botti c'è il consueto paesano in arrivo da Brooklyn mentre quello arrivato dopo Joe sta già facendo il cameriere al Burlesque, quasi ripercorrendo una strada tracciata.

Il Granduomo si sta acchittando con un tight dalle lunghe code. Nick Sinistro è in perduta ammirazione del suo capo. C'è anche un tizio appena arrivato da New York:

- Come te la cavi con l’organo? -

- Benone. - risponde lo sconosciuto dalla faccia da killer.

La grande chiesa è piena di fiori ma vuota. Al confessionale c'è Joe Fiaschetti che versa nelle orecchie tappate di don Gennariello la storia delle sue avventure nella PRIMA PUNTATA, nella SECONDA PUNTATA, e nella TERZA PUNTATA.

Ora l’organo intona la marcia nuziale. La chiesa è piena. Al Capone porta la sposa.

Honey Dolly è pallida, tesa, vestita di bianco. Volge intorno continue occhiate. Joe anch'egli stretto in un tight è emozionatissimo. Sente campane squillargli nella testa e tutta Chicago canta: "Quando un uomo prende moglie la prende per tutta la vita, quando una donna prende marito lo prende per tutta la vita... "

Si scuote alle domande di rito del prete per rispondere un tonante " sì". Quello di Honey Dolly tarda drammaticamente. Al Capone la guarda commosso. In prima fila, con lui, il sindaco Thompson, il giudice, il capo della polizia. Nei banchi tutta la mala di Chicago.

Honey Dolly, chissà perché disperata, balbetta il suo sì.

- Vi dichiaro marito e moglie finché morte non vi separi. - dice don Gennariello ma non ha il tempo di terminare il gesto benedicente perché dall'organo, in alto in fondo alla chiesa, esplode terribile una detonazione.

Il vestito bianco di Honey Dolly si bagna di sangue. Joe urla e la sostiene fra le braccia, piangendo il suo nome, promettendo vendetta. Honey Dolly lo guarda dalla soglia della morte e gli sussurra:

- Imbecille... - e muore.

Gli uomini di Al sono balzati in piedi e scaricano le pistolone verso l'organo. Il killer venuto da New York balla colpito e crolla di sotto mentre le pallottole ricavano dalle canne dell'organo un banale motivetto musicale.

Al Capone, pallido, ha una smorfia di disprezzo: come musica non e un granchè.

Al Burlesque, Joe rintontito da schiaffoni.

E’ Nick Sinistro che lo schiaffeggia con voluttà, davanti al Granduomo che piange.

Di tanto in tanto Nick si ferma e Joe balbetta parole di vendetta e di dolore per la morte di Honey Dolly. Nick scuote la testa:

- Non hai ancora capito: è stata lei a pagare il killer per far ti fuori. Ma il nostro grande capo è potente e il killer é venuto a riferire. Cosi il nostro amato Alfonso gli ha detto di sparare su di lei... -

Joe balbetta parole incoerenti di dolore per Honey Dolly. Nick paziente spiega meglio: il Granduomo ha fatto giustizia anche se gli si è lacerato il cuore, anche perché da tempo sapeva che Honey andava cercando qualcuno che le ammazzasse lo zio...

Joe si sta rendendo conto finalmente dell'amara verità. Se ne rende conto e comincia a prendersi a schiaffi da solo, disperato canta: "Chi é più cretino di me!"

Al grande matrimonio mancavano alcune persone importanti: Logan coi superstiti della strage di San Valentino e Rosaria, distrutta dalla sua passione di odio-amore per Joe.

Poiché tutta la famiglia Gemma era al matrimonio, Rosaria aveva iniziato a mettere in atto quello che si definisce un "insano proposito": suicidarsi col gas, chiusa nella sua stanzetta. Nulla sa della tragedia accaduta in chiesa.

Joe, schiaffeggiandosi lungo tutta la strada, si trascina in casa Gemma e si chiude anch’egli nella sua stanzetta, distrutto. Prende la pistola di Tony e la fissa, attratto pure lui dal medesimo "insano proposito.

Silenziosi come la morte, Logan e i suoi entrano dalle finestre mitra spianati su Joe: é la resa dei conti. Corre voce che Joe abbia partecipato al massacro nel garage, adesso pagherà tutto

insieme.

Joe posa la pistola e si offre ai mitra cantando "Se questa è vita che viviamo a fare".

La stanza di Rosaria si trova esattamente sotto a quella di Joe e la donna sta già boccheggiando per il gas che ha saturato l’ambiente. Prima di morire intona la canzone: "L’ultima sigaretta", e fa scattare l’accendino.

Sopra: Logan e i suoi stanno premendo i grilletti.

Sotto: l’accendino infiamma il gas di cui è piena. la stanza che esplode in un boato di fiamma. Crolla il soffitto, esplode il tetto della casa.

Joe Fiaschetti, nero come uno spazzacamino, rovina lacero e intronato in quel che resta della stanza di Rosaria. Di Logan e dei suoi uomini non c’è più traccia.

Joe si rialza barcollante e vede il corpo di Rosaria steso sul letto dal materasso semicarbonizzato. Rosaria sembra morta e Joe le sviene sopra di traverso.

Quando torna in sé è in una stanza d'ospedale e una ressa di fotoreporter aspetta questo risveglio. Joe ha il volto gonfio di lividi e segnato da bruciature ma nulla di grave .

Scattano i flash e le domande grandinano: chi ha fatto saltare la casa? Sono stati trovati i cadaveri di Logan e di sei dei suoi. Altri sette fatti fuori d1un colpo! C’era una storia d'amore con Rosaria? Per questo ha fatto ammazzare Honey Dolly in chiesa?

Joe non risponde a nessuna domanda poi di colpo reagisce urlando e scalciando!. I medici allontanano i giornalisti, poi tornano ammirati al capezzale di Joe: davvero ne ha fatti fuori set-

te d’un colpo?

Joe balza dal letto, quasi volesse picchiarli e tutti arretrano spaventati.

Poi chiede di Rosaria e gliela fanno, vedere da dietro un vetro: Rosaria é chiusa in un letto pneumatico per ustionati. La faccia é tutta fasciata: è la parte più danneggiata, purtroppo. Se vivrà resterà sfigurata.

Joe, commosso, tira su col naso:

-    Poverina, non che perda molto…era già così brutta...

Loomis Street legge il giornale: in prima pagina la foto di Joe, che ora passa per la strada riconosciuto e riverito da tutti.

Il poliziotto irlandese gli accende il sigaro, i lustrascarpe lo rincorrono per lustrargliele gratis, dai bar tutti gli offrono da bere, donne e donnine innalzano il segnale di "disponibile".

E’ il suo quarto d1ora di celebrità. Gli agenti che lo scortano in tribunale sono gentilissimi e sembrano una scorta d'onore e non di polizia.

Il tribunale è presieduto dal giudice che ben conosciamo. La giuria è diversa ma uguali sono i dollari con cui si fanno vento. Passano davanti al giudice alcuni casi clamorosi di colpevolezza: c’è il ladro sorpreso a forzare la cassaforte di una banca con tanto di sbarra. in pugno che viene assolto per insufficienza di prove. La giuria emette il verdetto facendosi aria con le banconote e cantando: "Quando c’è un ragionevole dubbio, non colpevole!"

Poi è la volta di tre uomini di Capone che hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con la polizia ammazzando un agente: assolti perché in azione di legittima difesa contro l’aggressione della polizia che non aveva mandato di cattura. La giuria canta il suo refrain.

Quando tocca a Joe viene accolto da un entusiastico applauso dai giurati. Il giudice taglia corto: ammazzare gente come Logan e suoi compari non è reato, è sempre comunque legittima difesa.

Il funerale di Logan e di Honey Dolly, seguito poi da tante altre bare, passa da Loomis Street: fiori, fiori, fiori. Grandi corone con striscioni attestanti il più grande affetto da parte degli assassini alla loro vittime. Al Capone coi suoi gorilla, Nick Sinistro accanto a Joe, il sindaco, le autorità, la gente: tutti a cantare "Nonimandolo da vivo" sulla musica ora triste ora scatenata tipo "Funerale a New Orleans."

La famiglia Gemma è di nuovo riunita intorno al tavolo da pranzo per mangiare in"'armonia".

C’è la torta per il ritorno a casa di Rosaria che però ha ancora la faccia completamente fasciata.

Il piatto di Joe è messo su un tavolo a parte: da quando è sospettato di essere l’assassino di Tony non pranza più con la famiglia.

Ma stasera Joe non mangia dai Gemma: è invitato al pranzo dell'Unione Siciliana, invito personale del Granduomo. Gli vuole dare un premio per avere eliminato Logan e la banda.

Joe guarda la povera Rosaria dal volto fasciato:

- Dovrebbero darlo a te! -

Rosaria annuisce e sorbisce la minestra con una cannuccia con fragoroso rumore.

Fragoroso ma debolissimo se confrontato a queste trenta bocche che ora sorbiscono dai cucchiai e dalle forchette i maccheroni al sugo: è il grande pranzo dell'Unione Siciliana.

C'è il presidente al centro della grande tavola a ferro di cavallo e poi via via i membri importanti e gli ospiti.

Al Capone e l’ospite di riguardo unitamente ad un senatore appena arrivato da Washington.

Il senatore chiede l’appoggio dell'Unione per la su a prossima campagna presidenziale. Il presidente dell'Unione dice che non può impegnare l’organizzazione a sostenere uno che è protestante e americano.

-Cattolico posso diventare, ma americano…eh?-

Joe è curioso di conoscere quale sia il premio che gli darà Capone e Nick sogghigna: aspetti e vedrà.

Arriva la monumentale torta che si apre lasciando uscire le immancabili donnine: evidentemente la torta è stata posta su una botola del pavimento perché di donnine ne escono trenta tutte belle e spogliate.

Balletto, mentre il presidente ride ricordando i tempi in cui dalle torte sbucavano sicari coi mitra...

Ora il presidente, grasso e pelato, con una donnina per parte è felice: ha ben bevuto e ben mangiato, sta con amici e donnine allegre. Non si può desiderare di più.

Il Granduomo tossisce educatamente. E’ un segnale: da dietro i tendaggi del locale parte una vera e propria grandinata di fucilate: davanti, dietro, sui fianchi. Dietro ogni tenda, un killer che spara senza mostrarsi. Il presidente dell'Unione muore crivellato. Le due donnine si staccano da lui a ritmo di balletto.

Al Capone chiede la parola e dopo un breve elogio funebre al "fu" presidente dice che il nuovo presidente sarà Joe Fiaschetti, siciliano per parte di madre.

Joe, frastornato, non capisce. Cerca di dire che sua madre veramente era di Biella, Piemonte ... ma Nick lo zittisce con un colpo basso. Joe geme di dolore e si china, sembra un inchino di accettazione. Tutti applaudono.

Il "fu" presidente viene portato discretamente via come un oggetto ormai ingombrante.

Il Granduomo assicura al senatore di Washington che il nuovo eletto sarà di parere opposto a quello della buonanima: appoggerà la candidatura.

Il senatore è un po’ imbarazzato. La stampa sa della sua venuta a Chicago e se trapelasse che era presente al ... come dire ... deplorevole incidente...

Al Capone sorride: uno sparatore solitario ha assassinato in un momento di follia il caro amato ex-presidente. La teoria dello sparatore solitario avrà grande successo negli Stati Uniti...

Joe si è seduto al posto del presidente ucciso, ma gli è rimasto un dubbio e sussurra a Nick:

-    E’ questo il premio di Al? –

-    Certo. Grosso no? –

-    Sì, ma ... come cavolo faceva a sapere che avrebbero ammazzato quello che c'era prima? -

Nick ridacchia: mistero. Per questo lo chiamano il Granduomo.

Davanti allo specchio, nella sua stanzetta ricostruita di fresco, Rosaria si guarda attraverso i buchi della fasciatura che le copre interamente il volto. Si guarda attentamente le mani, le volta e le rivolta: sono belle mani affusolate e senza cicatrici. Comincia lentamente a spogliarsi canticchiando: "Guarda come mi hanno fatta".

Cade il vestitone nero e Rosaria si guarda le gambe: belle dritte vellutate, perfette.

Joe sta rientrando e passa davanti alla porta socchiusa: sgrana gli occhi su Rosaria che continua a spogliarsi e a controllarsi fino a restare nuda davanti allo specchio con la testa tutta fasciata.

Quasi un'immagine surreale: corpo di donna con testa di manichino. Rosaria si porta le mani sulla fasciatura e la tasta. Poi scoppia a piangere.

Joe é tentato di entrare ma si domina e va in camera sua sentendosi emotivamente sconvolto.

Casa Gemma si prepara a far festa alla nuova faccia di Rosaria. La vecchia nonna distilla a tutto vapore, la madre istruisce i fratelli affinché qualunque sia il volto di Rosaria non abbiano esclamazioni di ribrezzo, il padre stappa autentiche bottiglie di vino siciliano.

Joe scende in sala da pranzo ed è ricevuto con nuovo rispetto: quale presidente dell'Unione adesso non può più essere accusato di niente.

Rosaria entra ancora fasciata. Vede il padre che bacia tre volte sulla guancia Joe per dimostrargli che è della Famiglia.

Si attende l’arrivo del medico che deve togliere a Rosaria le fasciature.

Quando arriva i discorsi cadono, tutti guardano Rosaria. La donna ha un singhiozzo, vuole scappar via. II medico la ferma: hanno fatto un buon lavoro, non ha nessun segno, vedrà...

Inizia a sfasciare la testa della donna.

Joe, per una specie di rispetto preferisce andare in cucina, gli altri seguono a bocca aperta la sfasciatura.

Appare prima la fronte: liscia e senza cicatrici, poi belle sopracciglia perfettamente disegnate, il taglio degli occhi a mandorla dà splendore al nuovo sguardo di Rosaria.

Joe sbircia dalla porta della cucina: vede i volti tesi di tutti gli altri e si aspetta ij peggio. Ora lo sbendaggio è finito e nessuno dice niente, bloccati, allibiti, fissano Rosaria ammutoliti.

II medico le offre uno specchio.

La donna si guarda. Nessuno si muove, nessuno parla. Joe non ce la fa più e viene avanti, cerca di essere leggero:

-    Allora, Rosaria, tutto bene? –

Rosaria lentamente abbassa, lo specchio e si volge a guardarlo: il naso non è più aquilino ma dritto e carino lievemente all'insù, le guance appena paffute paiono di velluto, la bocca dalle labbra perfettamente disegnate sembra socchiusa nell'attesa di un bacio.

Rosaria è ora talmente bella che nessuna della sua famiglia riesce ancora a spiccicare sillaba.

Un lungo sguardo lega, dolcissimo, la nuova Rosaria e Joe. Poi Joe non capisce più quel che fa e infila distrattamente le dita in una presa di corrente: ora tocca a lui prendere la scossa, il vero colpo di fulmine.

Tutta la casa piomba nel buio e si pranzerà a lume di candela.

La faccia di Joe al lume ondeggiante di candela, quella bellissima di Rosaria: luci e ombre giocano sul suo volto perfetto dallo sguardo profondo.

La luna su Loomis Street. Mano nella mano, Rosaria e Joe sulla terrazza di casa, tra i panni stesi e le mastelle del bucato, ,eppure romanticissimi. Cantano insieme: "Ti amo, ti amo, ti amo! "

Poi il Padre interviene rammentando a Joe che in una casa onesta l’aspirante sposo non può stare sotto lo stesso tetto dell’aspirante sposa. Joe deve andar via, ma se ne va felice. Rosaria lo guarda allontanarsi. La vecchia nonna la afferra per un braccio e le dice in dialetto che, Unione Siciliana o no, quello é e resta l’assassino di Tony. Se lo vuole davvero sposare?

La faccia, di Rosaria indurisce:

- Si! E la prima notte di nozze l'allampu! Gli aggio a scorciàri o core a quella panza 'i canigghia! - e si sfila da sotto la veste un coltellaccio lungo e a lama larga, lo agita sotto gli occhi soddisfatti della vecchia nonna - Talia, nonna Sidda, con questa lappanàzza! -

 

quinta puntata

Sembra una giornata come tutte le altre a Loomis Street.

Rientrano puttane e papponi, ladri, ubriachi e guardie notturne.

Esce il poliziotto di quartiere già brillo e ricomincia il giro bar per bar, chiedendo "latte di buona marca" con tre dita tese orizzontalmente a significare bicchiere basso e quindi whisky, oppure verticalmente a significare bicchiere alto e quindi birra.

La gente spalanca porte e finestre sulle cento minidistillerie installate nelle case e s cominciano a raccogliere i morti dal marciapiede e a pescare quelli che galleggiano nel fiume.

Le mogli premurosa esce in avanscoperta e si accertano che l’auto dei mariti non siano state minate, poi anche gli uomini escono per andare al "lavoro".

Un’occhiata al vecchio pioppo: intorno all’albero delal morte si sta formando un silenzioso capannello di persone. Sul tronco è affissa la lista dei conannati del giorno.

Il primo nome è scritto grosso: Joe Fiaschetti.

C’è stupore e disorientamento nella gente.

Ignaro si tutto, Joe è inginocchiato al confessionale di don Gennariello e dà segni di impazienza: si vuole sposare! Si vuole sposare al più presto con la bellissima Rosaria Gemma.

Il prete sorseggia dalla sua boccia di whisky, ingoia con una smorfia, quasi fosse una medicina amara e poi sbuffa: che fretta! Joe è vedovo, no? E allora deve lasciare passare il tempo del letto. O vuole seppellirne un’altra quando la prima è ancora calda?

Joe china la testa avvilito: tutta colpa di quella sua prima in volontaria bugia. Di quella maledetta frase "ne ho ammazzati sette d'un colpo"...e riepiloga sommariamente i fatti accadutigli

nella PRIMA PUNTATA, SECONDA PUNTATA, TERZA PUNTATA, QUARTA PUN TATA.

Don Gennariello presta scarso orecchio e continua a bere lasciando che le palpebre gli facciano dolce sipario alla coscienza.

Adesso davanti al vecchio pioppo c’è tutta Loomis Street, quasi un balletto con l'albero al centro. La gente canta: "A chi tocca tocca, oggi tocca a te!"

Rosaria si fa largo e compita con difficoltà il nome di Joe, scritto come primo nella lista della morte. Ha un gesto di rabbia: quei disgraziati glielo vogliono uccidere prima che possa farlo lei!

Corre verso la chiesa. Joe sta uscendo sul sagrato, lo afferra per un braccio:

- Ti vogliono uccidere! Sei scritto sull'albero! -

Joe guarda Rosaria estasiato: e' troppo bella. Quando la guarda non capisce più nulla.

Rosaria lo deve scuotere, lo trascina verso il vecchio pioppo, gli indica il proprio nome scritto a grossi caratteri. Joe guarda la lista e poi alza le spalle: lui non sa leggere.

La gente fa largo, si allontana da lui come se avesse la lebbra. Joe cerca di parlare con qualcuno di quelli che conosce ma tutti arretrano, fingono di avere cose importanti da fare. Solo Rosaria resta al suo fianco.

Arrivano i camion della birra scortati dai poliziotti e si comincia a scaricare. Da una delle botti esce il solito paesano clandestino rintontito e aiutato da quello precedente che adesso e sguattero al Burlesque, mentre quello arrivato ancor prima sta già girando per i negozi per riscuotere le tangenti della "vigilanza" e distribuisce i biglietti da visita di Al Capone: la faccia del gangster fotografata sullo sfondo della Michigan Avenue e sotto la scritta: "Posso darvi la protezione che la polizia non può darvi. "

Le campane battono il rintocco di mezzogiorno. Ecco arrivare veloci due macchine nere. Tutti. si buttano agilmente a terra, sulle palme delle mani. Anche Joe e Rosaria. Ma la scarica di mitra stavolta non arriva.

Le auto fermano. Scende qualcuno, Joe sente un. rumore di passi pesanti. Tre paia di scarpe di lucido coppale giallo e bianco si fermano accanto a lui che guarda in su: lo sovrastano due nerissimi e magri siculi dalle facce impassibili e il faccione rubizzo di uno dei membri importanti dell'Unione Siciliana.

Joe saluta il ciccione e si a1za, sorpreso, incerto. Quello gli sorride e gli dice:

- Tu non sei di madre siciliana. -

Joe scuote la testa; lui l'aveva detto al Granduomo che... ma l’altro non lo lascia finire, sorride sempre ma il suo sguardo è freddo:

- Tu sei di madre bottana. -

Joe sembra non afferrare, viene invece afferrato dai due killer che lo invitano ad un giro in macchina.

Rosaria urla: noooo! Ma viene respinta. Joe cerca di rassicurarla: torna subito, solo un giretto per chiarire l'equivoco...

Viene ficcato dentro e l’auto parte. Rosaria cerca di rincorrerla ma viene bloccata dal padre che le indica il poliziotto irlandese ubriaco: forse e' meglio che torni a considerare i vantaggi di una buona pensione municipale...

L'auto si ferma sulla spalletta di uno dei ponti che scavalcano il Chicago River.

Joe sta ancora cercando di spiegare ai due killer come andarono le cose la sera della sua nomina, i due non lo ascoltano neppure.

Uno tiene una pistola in pugno e l'altro prende nel portabagagli un parallelepipedo di cemento su cui si legge "FINE DEL GIR0", lo solleva a fatica e lo posa sul la spalletta del ponte. Dal blocco di cemento partono due lunghe catene. I due killer prendono le catene e cercano di avvolgerle intorno al corpo di Joe che non sembra rendersi conto di quello che i due vogliono fare e si muove dall'uno all'altro cercando di convincerli ad andare con lui dal Granduomo che spiegherà ogni cosa. Nel movimento le catene si attorcigliano più' intorno ai due killer che intorno a Joe.

- Su, ragazzi, andiamo a bere un bicchierino e mettiamoci una pietra sopra. - dicendo questo Joe solleva il blocco di cemento e lo butta nel fiume.

Le catene si tendono e con un urlo i due killer vengono trascinati oltre la spalletta e precipitano nel fiume. Joe impreca, s'affaccia e grida:

- Arrivo! - e si butta cosi come si trova.

Quando pochi minuti dopo, Joe trascina a riva i corpi dei due killer, semintontiti e sputanti acqua e poi scarica senza apparente difficoltà anche il blocco di cemento, questi lo guardano come se fosse Gesù Cristo in persona.

Dietro la testa di Joe splende il sole e ai due pare un'aureola. Gli si inginocchiano davanti.

Joe si gratta perplesso.

Il Granduomo sta facendo le valigie aiutato da Nick Sinistro quando Joe, ancora bagnato, gli viene portato da due guardie del corpo. Il Granduomo guarda Joe stupito, poi gli batte una mano sulle spalle: gli avevano detto che i 'siciliani" l’avevano portato a fare un giro in macchina ... beh, doveva immaginarselo che sarebbe tornato.

Joe vorrebbe spiegare al Granduomo il motivo per cui i siciliani sembravano seccati ma oggi Re Capone ha fretta: l’attentato contro Joe, uno dei più importanti dei suoi uomini, e' un brutto segno. L'altro segno, ancora più brutto è l'arrivo in città degli agenti federali. Meglio la Florida per un po'. Tanto il lavoro va avanti lo stesso e Nick Sinistro si occuperà della parte pratica e Joe invece parlerà coi federali: chissà che non faccia anche il miracolo di convincerli. Joe si mette una mano sul cuore: nessun dubbio su questo.

Il passaggio dei Federali a Loomis Street viene seguito dalla gente con preoccupazione e malumore. I poliziotti di Chicago sono addirittura furiosi e seminano chiodi davanti alle ruote delle loro auto.

Gli agenti federali si fermano davanti al Burlesque. Sfondano la porta e fanno irruzione all'interno.

Ma dentro li attende una sorpresa: tutte le sale sono piene di barboni, bambini laceri, vecchi e vecchie che mangiano una minestra.

Chi li comanda torna fuori a controllare l'indirizzo: è proprio la centrale di Capone. Con un sorriso smagliante Joe li invita ad entrare e offre a tutti un piatto di minestra. Quello, dice, è il giorno settimanale riservato ai poveri: il Granduomo dà da mangiare gratis ai bisognosi oltre ad un piccolo sussidio. I Federali ascoltano e guardano increduli. Joe con foga sincera inizia una strepitosa difesa di Capone: il Granduomo è spesso dipinto da chi non lo conosce come un gangster e un cattivo. Nulla di più sbagliato. Il Granduomo è un benefattore e la sua mano caritatevole arriva là dove lo Stato non arriva portando un po' di sollievo a chi soffre. Certo, qualche volta a dovuto difendersi perché Chicago è una città' violenta e corrotta, ma mai di più.

Chi era Alfonso Capone da bambino? Un povero lacero infreddolito "dago"...gia', così i non italiani chiamano i poveri emigranti che arrivano dall'Italia. Era solo un "dago" senza un dollaro e senza protezione. Poteva finire come migliaia di altri: sfruttato, disprezzato, isolato. Ma il Granduomo aveva un cervello e un cuore. Si è battuto per lui e per gli altri e ora è il primo cittadino di Chicago! Ma come possono vedere, non ha dimenticato i suoi amici più sfortunati...

Joe indica la platea di miseri e indubbiamente il suo discorso e degno di miglior causa. Nick Sinistro applaude per primo, poi scrosciano applausi da tutte le parti. Anche qualche federale, commosso, tira su col naso. Sembra che Joe abbia fatto il miracolo.

Perché Joe crede a quello che ha detto e continua:

- Il Granduomo è generoso, buono, patriota ... vero americano ... spesso è stato mal contornato ma adesso ci sono io... -

Il capo dei federali azzarda, già mezzo convinto, che a Washington le cose risultano assai diverse: Capone ha ucciso e fatto ammazzare più di quattrocento persone, incassa somme enormi sfruttando la prostituzione, col gioco d'azzardo illegale, vendendo alcool clandestinamente...

Joe scuote la testa: lui non sa leggere, ma è ben certo che il Granduomo è perfettamente a posto.

A riprova di questo consegna al capo dei federali i libri della contabilità.

Nick Sinistro che sta gongolando, a quest’ultima imprevista mossa di Joe, quasi si soffoca con la sua stessa saliva. Balbetta rauco:

-    No no no...-

Ma e' tardi. I federali se ne vanno coi libri contabili.

Nick Sinistro si trascina tossendo, lacrimando, al più vicino telefono. Compone un lungo numero.

Al Capone risponde semimmerso nella sua piscina in Florida. Ascolta e poi esce di corsa dall'acqua e va a sbattere la testa ripetute volte contro il muro della villa urlando:

- No, i libri no!-

Loomis Street è in ebollizione. Strilloni annunciano che il Granduomo si dovrà presentare davanti alla Corte di Giustizia per rispondere del reato di evasione fiscale. Tutti si affrettano verso la fermata del bus per non perdersi l’avvenimento, corrono, ballano e cantano: "Si dice che donne sfruttasse, si dice che gente ammazzasse, si dice che al gioco barasse e adesso lo mettono dentro perchè non pagava le tasse!"

Il tribunale è gremito in ogni ordine di posti.

Il Granduomo sorride forzato sotto i flash dei giornalisti. Nick Sinistro siede accanto a Joe.

Il giudice e' sempre lo stesso ma si china sul le carte del processo inforcando gli occhiali. Sbircia verso Capone e poi legge come se faticasse a decifrare, pronuncia quel nome come se non l’avesse mai sentito:

- Lo stato dell'Illinois contro Alfonso Ca...capone ... o Caponi...-

Qualcuno in platea ride e il giudice fa il vocione e tutti capiscono che qualcosa e' mutato. Il Granduomo è sul punto di essere ridimensionato.

- Sentiremo le prove a carico - tuona il giudice - L'accusato sappia che con la giustizia non si fanno compromessi! - e guarda verso i giurati che stavolta si fanno vento con le mani nude e cantano agitando quelle dita prive di denaro: "Nessun ragionevole dubbio!"

Il giudice dà la sentenza: il Granduomo è condannato per evasione fiscale...

-    Gli daranno due mesi... - sussurra sicuro Joe a Nick che si è rabbuiato. E invece il giudice dice:

-    Undici anni. -

Succede il finimondo. Scattano flash. Al Capone urla di rabbia. Viene ammanettato. Rumoreggia il pubblico riprendendo il motivo: "...si dice che donne sfruttasse, si dice che gente ammazzasse, si dice che al gioco barasse e adesso lo mettono dentro perché non pagava le tasse!"

Nick Sinistro esplode tendendo mani adunche verso la gola di Joe:

- E' colpa tuaaaaaa! -

Joe scavalca le transenne e fugge mentre Nick si lancia all'inseguimento con la bava alla bocca.

Loomis Street è in subbuglio. Tutti commentano la condanna del Granduomo. Un ondeggiare della folla che canta: "Adesso il Granduomo è diventato piccolo piccolo..."

Joe passa fuggendo, scartando, dribblando, inseguito da Nick che ruggisce come una bestia.

Joe entra in chiesa, acchiappa al volo don Gennariello e gli leva la boccia del whisky. Lo spinge fuori: vuole essere sposato immediatamente!

Joe col prete arriva a casa di Rosaria sudato e ansante. Il prete non ce la fa più per il fiatone.

Subito, subito, subito!

Joe acchiappa la bellissima Rosaria ed esclama:

-    Dì di sì Dì di sì! –

-    Sì, ma... -

-    Benedici! - strilla Joe e trascina Rosaria oltre il davanzale della finestra prendendo per i tetti.

Il prete benedice la finestra già vuota, si affaccia e urla ai due in fuga:

- Vi dichiaro marito e moglie! -

- Come? - urla Joe che si sta arrampicando con Rosaria sulle tegole della casa accanto.

- Marito e moglie finché morte non vi separiiii! - urla il prete e Rosaria scivola. Per poco non crolla sulla strada di sotto. Joe la riagguanta con forza. Rosaria grida terrorizzata:

- Ti amooo! -

Al posto del prete ora alla finestra c’è Nick Sinistro che scavalca il davanzale e grida:

- Tutti e due li ammazzo, con queste mani! -

Ma scivola e con un urlo lunghissimo cade in strada, rimbalza sul telone di un’osteria e ruzzola sul selciato.

Joe e Rosaria si sono rifugiati in un motel. Hanno preso una stanza.

E’ la loro prima notte di nozze. Joe, languido, sta preparando su un fornellino due spaghetti aglio e olio e peperoncino.

Rosaria infila sotto il cuscino del letto a due piazza la lappannazza, ossia il coltellaccio con cui ha giurato di sgozzare Joe per vendicare il fratello Tony.

Joe scola la pasta e la condisce, prepara un vassoio con trine e candele spegne le luci e si avvicina così a Rosaria che si è messa discinta sul letto, la mano sotto il cuscino.

Joe posa il vassoio sul letto e poi la bacia. Già la donna sta tirando fuori il coltello, ma Joe si stacca da lei e le sussurra dolcissimo:

- Amore, non vuoi mangiare prima? -

Rosaria si blocca. Joe la guarda con occhioni da buon cane adorante. La donna sorride impacciata e annuisce. Lascia il coltello sotto il cuscino e leva il tovagliolo che copre il vassoio: accanto alla zuppiera degli spaghetti per due, c'è la pistola di Tony.

Rosaria leva di scatto lo sguardo su Joe che la fissa profondo. Uno sguardo lungo che vuol dire molte cose. Joe, con tenerezza, esorta la donna a preferire la pistola. Se proprio vuole ammazzarlo, se proprio crede che sia stato lui ad ammazzare Tony, ebbene non c’è arma migliore di quella.

Rosaria lo fissa stralunata e confusa. Balbetta:

- Ma ... tu non eri un cretino? -

Nuovo dolcissimo sorriso di Joe:

- L'amore rende stupidi gli intelligenti e intelligenti gli stupidi. -

Rosaria allunga la mano verso la pistola, esita, la impugna. La punta. Joe continua a sorridere con grande amore e si inginocchia offrendo il cuore alla canna:

- Ti amo - le sussurra.

Rosaria ovviamente,non può. Molla la pistola e si avvinghia a lui. Joe rotola su di lei, lei su di lui. Tutto il letto e' in subbuglio. Spaghetti volano dovunque. La pistola cade sul pavimento. Si baciano frenetici.

Una mano afferra la pistola che fu di Tony. Una voce colma di rabbia minaccia morte: è arrivato Nick Sinistro. Con gli abiti laceri, sanguinante per la caduta, ma determinato ad uccidere.

Sprizza odio:

- Stavolta non ti sbaglio. Non ci sarà quell'imbecille di Tony a mettersi in mezzo! Vi ammazzo tutti e due! - Joe copre col suo corpo quello di Rosaria.

Ma Nick ruggisce e lo strappa dalla donna: non sa quello che ha fatto! Ha distrutto un impero, ha distrutto Chicago ... Capone era come un padre...

-    Di più , un angelo... - dice Joe accorato. Nick alza la voce:

-    Un benefattore! -

-    Un santo!- fa eco Joe.

Quando Nick si rende conto che Joe dice le stesse cose sue si zittisce. E’ inutile. Può dire quello che vuole: e' alla fine del giro! Preme il grilletto. La pistola che fu di Tony spara, ma spara all'indietro e fa secco Nick Sinistro che crolla al colmo dello stupore.

Stesso stupore in Rosaria. Guarda Nick, poi prende la pistola che ora mostra l'apertura reale della canna dalla parte dell'impugnatura. Ci pensa su a lungo e poi si volta di scatto verso Joe: allora se lei avesse premuto il grilletto...Ah! Bell'amore! Si sarebbe uccisa! Ah, bell'amore!

Joe le sorride suasivo: ma se lei avesse premuto il grilletto allora avrebbe significato che non lo amava ... e se lei non lo amava, perché avrebbe dovuto continuare ad amarla lui?

La conversazione andrebbe per le lunghe se non irrompesse il poliziotto del motel seguito da due aiutanti. Rosaria indica il morto:

- Suicidio fu. Per amore.

I poliziotti frugano il morto e trovano i documenti, poi li chiedono a Rosaria che glieli dà e poi li chiedono a Joe.

Joe non ha mai avuto documenti. Clandestino figlio di clandestini. Abusivo dalla nascita.

Loomis Street è percorsa da torme di poliziotti urlanti. Pretendono le loro tangenti dagli osti e dalle birrerie, ma qualcosa è successo: tutti stanno mutando le insegne: latterie, drogherie...

Don Gennariello esce dalla chiesa con la boccia di whisky in pugno e qualcuno gli grida che è finito il proibizionismo, ora si può bere liberamente!

Don Gennariello guarda il liquore e poi con disgusto infrange la boccia sul muro della chiesa: se è permesso non dà più gusto! Adesso manca solo che permettano il sesso e poi dovrà chiudere il confessionale.

Lungo i marciapiedi gangster disperati cercano di fare bere la gente. Offfono liquori e birra gratis. Ma nessuno vuol bere. Cantano: "...Se è permesso, se è.concesso non è più lo stesso!..."

Dalle finestre donne disperate buttano in strada i distillatori e le caldaie. In mezzo a tanta

confusione passa quasi non visto un quartetto di poliziotti che scortano Joe e Rosaria verso il

porto.

La nave suona lugubre e si stacca dalle banchine dell'immenso lago. Scenderà fino all’oceano e di là riporterà in Italia Joe Fiaschetti e la moglie Rosaria Gemma.

Joe tornerà a fare Peppo.

La nave e' piena di rimpatriati: gangster ripudiati e poveracci rispediti indietro a far la fame.

Joe, stretto a Rosaria, intona la canzone triste e famosa "Partono i bastimenti."

Qualcuno attacca "0 sole mio" e Joe indica il sole: per lui quello è il sole suo. Non quello che lo aspetta in Italia e che significa sudore e fame.

Uno dei gangster lo affronta a brutto muso: ma che dice? Se non la smette di parlare male dell'Italia gli dà una, purga che lo terrà occupato fino all'arrivo! Perché adesso in Italia si sta bene, adesso in Italia c'è ordine e benessere per tutti, perché ci comanda uno che le ha fumanti: Benito Mussolini.

Qualcuno fa un pernacchio. Il gangster si arrabbia. Una voce si leva a dire:

-    Ma quello è ‘nu fetente! –

Un'altra voce ribatte:

- No! Lui e' buono. Solo che e' mal contornato... -

Il volto di Joe si rischiara in un sorriso e Rosaria gli tira la giacca. Si guardano e poi si baciano.

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