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   ITALIAN BEAUTY - diario (finalista al premio Solinas)

 

Quel ramo del lago di Como volge sempre verso mezzogiorno anche se c’è l’ora legale. Ma non è che importi a qualcuno.

Qui tutti pensano alla grana e la storia di sposi promessi che vogliono sposarsi ma qualcuno glielo impedisce sembra proprio una gran stronzata. Fortuna che sono anche in pochi a saperla. Io la so, non tanto per la scuola dove ci andavo e non andavo, ma perché usavo il librone per nascondere le cartine per le canne.

Io mi chiamo Vincenzo e non è colpa mia, colpa del nonno che si chiamava così e della mia vecchia che lo venerava. Perché poi non si sa visto che non le ha lasciato un soldo. Comunque la vecchia s’incazza se le dico vecchia e ieri mi ha precisato:

- Vincenzo, guardami un attimino… una così, con le tette dure come michette e due cosce che manco la Parietti di quand’ era la coscia lunga della sinistra, la chiami vecchia?-

Io so quando è inutile contrastare i vecchi. Questa è una di quelle volte. E poi non mi interesso di politica, ovviamente. Avrei dovuto ricordarle che nelle tette c’ha un chilo di silicone e che a quel tipo che la scopa, Battacchio, che era ripetente con me al liceo, nel momento del bello gli dovrebbe dire "accarezzami le protesi", ma non è carino. E poi dobbiamo trasferirci in Terronia e non ho capito perché: tutti vanno al nord e noi andiamo al sud. Unici nordici ad andare dai sudici.

Io di essere carino di solito me ne fotto, ma io me ne fotto di tutto. Dico anche di essere bisex. Meglio essere bi di tutto: bipartisan, bilingue, bipede. 

La vecchia da quando ha mandato il vecchio a fare in culo s’è fatta tutta tirare, ha cambiato pettinatura. Comunque sono letteralmente cazzi suoi.

Il vecchio poi non deve avere capito bene perché invece che in culo è andato in Cuba.

Quello che non sopporto sono le amiche della genitrice: tutte sfigate sull’orlo della nientepausa, ornitologhe assatanate, che passano il tempo a dire che non ci sono più i cazzi di una volta. Le stronze credono di essere ancora le fiche di una volta, ammesso che i peli loro abbiano mai tirato più di una coppia di buoi, come dicono i filosofi.

Ieri la Marilù (credo che si chiami Maria ma il nome della madonna non le piace) mi ha fatto gomitino. Nel senso che mentre stavo sbracato sul divano mi ha piantato il gomito suo nelle palle mie e ha cominciato a girare. E intanto parlava con la mia vecchia che faceva finta di non vedere. Magari credeva pure che mi venisse duro! Dopo tre minuti mi sono alzato e sono andato a pisciare. Altro che nientepausa, niente di niente.

Mi chiamano al telefonino, non sul satellitare, quell’altro. Il satellitare lo uso quando vado in Amazzonia, un giorno o l’altro ci vado perché mi han detto che sul fondo delle cascate si trovano chili di diamanti. L’acqua li porta lì e aspettano me che mi tuffo. Sono paesi caldi quelli, pieni di negri e di moschini, e un satellitare per chiedere aiuto magari serve. Anche se quando hai una zainettata di diamanti ti aiutano tutti.

E’ la Giovanna, detta delle bande nere perché se la fa con un paio di teste rasate che credono in qualcosa di uncinato che non ho mai capito ma roba del secolo scorso e io me ne fotto di queste stronzate. Giovanna la chiamiamo Gian per non stancarci. Dice che stasera abbiamo il sabba. Però è venerdì, ma dice che è un sabba weekend, un sabba lungo e che ci divertiremo un casino.

In effetti il cimitero, quello in disuso, sulla collina è un posto romantico, nel senso che è romano e antico, pieno di alberi di mele, lì anche la polvere delle ossa dei poveri cristi è già diventata frutta. Magari è per questo che il Padulo dice sempre che siamo alla frutta. Del Padulo non vi ho ancora detto, ma non vi ho ancora detto un tubo di niente, ho appena cominciato e non sono tanto abituato a scrivere. A parte qualche parola sui muri della scuola.

Allora, il Padulo non si chiama Padulo, lui si chiama Giorgio, ma tutti lo chiamano Padulo perché ce l’ha coi gay, anzi lui li chiama ancora "cupiu" come una volta quando pare che li mandassero ai confini, a fare che non lo so, forse i doganieri per incularsi i contrabbandieri. Allora quando ne vede uno grida "volano bassi!" e fa il gesto della planata con la mano. E spiega anche a chi non gliene frega niente che l’uccello padulo è quello che vola all’altezza del culo. Alla fine è diventato lui il Padulo, per Antonia Masi, dice il Mando. Ma io quest’Antonia non la conosco.

C’è anche lui stanotte. Non siamo tutta la banda perché quel pirla del Mando è a Milano che domani, dice, c’ha un esame all’università. Dice che studia lettere ma secondo me non impara neanche buste e comunque è sempre al primo esame e sono due anni che di tanto in tanto va a Milano. Ci deve avere una testa dalle parti di corso Sempione, una manzetta albanese che secondo me batte e gli dà pure la grana. Trovarne di extracom così. A ripensarci il Mando è tutt’altro che pirla. I pirla comprano, non vendono mai.

A me Milano non piace mica. Mi sembra una città di sfigati che corrono sempre su e giù a perder tempo dietro il lavoro. Io sono biblico: guadagnerai il pane col sudore della fronte. Mica specificato di chi. E poi la fronte?! …per esempio la Pignatta se lo guadagna con un’altra parte del corpo. Ovvio quale no? Non sapete chi è la Pignatta, vabbè, adesso non è che vi posso presentare tutta la città, comunque la Pignatta è la più vecchia picia della zona. La dà per un deca, ma adesso non vale più neanche un cinquino, però ha fatto scuola a tre generazioni. Mica per modo di dire. C’avevo 16 anni quando l’ho chiavata io (voleva ancora 2 deca allora) e mi ha raccontato di mio nonno Vincenzo e di mio padre. Ce l’aveva col nonno perché le aveva "bruciato il paglione". La Pignatta parla ancora così, roba da Novecento arretrato.Speriamo che a Roma sia meglio. Dice uno in TV che l'ha fondata un certo Remolo, sfondato poi dal fratello. Bisogna sempre guardarsi dai parenti, pare che anche un certo "a belin" se la sia vista brutta con quelli di "nessuno tocchi Caino". Che poi chi mai vuol toccare quella roba, ma!

Dicevo del cimitero: Gian ha acceso una candela dentro un teschio e a me scappa da ridere perché la fiammella fa un po’ di fumo che esce tra i due denti che gli son rimasti in bocca al magrone e mi sembra che si stia a fare uno spinello. Gian ha portato anche i suoi due rasati che si tiran dietro una ragazzina zingara spaventata con una mela in bocca. Gliel’han ficcata dentro che non può più gridare.

La volete fare al forno? – chiedo.

I due rasati mi guardano brutto. Sembra che ce l’abbiano coi forni, va a capire perché. Comunque non vogliono farsela al forno, vogliono farsela e basta. Ma prima bisogna baciare il culo del caprone.

Visto che i caproni scarseggiamo han preso Nilo, il cane della Cassa di Risparmio che è tutto nero e ha gli occhi rossi.

Il sacerdote annuncia che quello è Satana. Può pure essere perché io Satana non lo conosco, però baciare il culo al cane non mi sembra igienico. Il Padulo mi dà una gomitata: basta fare finta. Non è che bisogna proprio metterci la lingua. E allora che problema c’è? Mi inginocchio davanti a Nilo che mi conosce e mi sventaglia la mostra con la coda. Prima di baciare bisogna pronunciare la formula magica "piddue piddue piddue chi non fotte c’ha la lue". Chissà che vuol dire ma le formule magiche non si devono capire se no non sono più magiche.

Il sacerdote non so chi è perché è mascherato però dev’essere un vecchio di quarant’anni e passa a giudicare dalle mani.

I due rasati spogliano nuda la zingarella e il sacerdote ordina a Nilo di montarla, ma lo chiama Satana e Nilo ovviamente non obbedisce. E poi io Nilo lo vedo dal balcone, giù nel giardino dietro la banca, è innamorato matto della cagnetta della Elvira e si fa una slinguazzata ogni volta che la vede.

Allora lo fanno i due rasati con due bastoni, uno davanti e uno dietro. Forse hanno ragione le sfigate che non ci sono più i cazzi di una volta.

I due rasati dicono che le extracom sono abituate ai cazzi degli extracom e che specialmente se sono neri li hanno grossi il doppio dei nostri. Per questo li odiano. Non sono razzisti, loro sono cazzisti.

Ma i due rasati esagerano e spingono troppo coi bastoni. La zingarella diventa blu e tira le cuoia. C’è un momento di panico ma i due rasati ci tranquillizzano: tanto era solo un'extracom del cazzo.

Infatti quando la trovano ci scrivono appena cinque righe su La Provincia che sarebbe il giornale locale. Nelle "Varie". Però il sabba non c’è stato e siamo tornati subito a casa che era ancora venerdì.

La domenica è sempre una noia, non che gli altri giorni sia uno spiscio ma la domenica è peggio. Sarà che non si lavora. No, io non lavoro mai però ufficialmente da lunedì a venerdì penso che devo cercarmi un lavoro e pensare di dover cercare stanca. La domenica ufficialmente invece sono autorizzato da tutti a grattarmi le palle, come ha fatto dio dopo aver fatto sto schifo di mondo. E magari se le toccava solo contro la jella.

Il Padulo e altri quattro stronzi vanno allo stadio con gli striscioni ma io non vedo il divertimento. Una volta che hai buuuu al negro e mandato a fare in culo l’arbitro e gli sbirri non si sa più che fare. E guardare quei 44 coglioni che corrono dietro a una palla, dopo un po’, hai una borsa fino alle ginocchia.

Qualche volta facciamo un po’ di tecno: il Pepi ci ha portato una base da sballo, è il rumore dei telai della fabbrica dove lavora il padre che, il povero pirla, si vanta di fare l’operaio da 38 anni e di non avere ancora chiesto la pensione. Mi dicono che sia un vecchio comunista ma a me dei comuni e delle province non fotte niente.

Chi è il Pepi lo sanno tutti, è il trèffico, cioè quello fico fico fico. Lui le Nike le lustra col burro di cacao e il brillantino non ce l’ha nel buco del naso come tutti i cristiani ma se l’è fatto inserire dentro il buco del culo. Dice che la vera eleganza è quella che non si vede. E’ il massimo.

Mi ero dimenticato che oggi era la festa del papà. Quel cornuto di San Giuseppe l’han scelto proprio ok. La festa del papà se la ricorda sempre il papà che viene a casa dalla vecchia e pranziamo insieme, così per sembrare una famiglia. Dice che lo fa per Stracciafiletti che è piccolo e ha ancora bisogno del padre. Boh.

Mio fratello ha dodici anni maturati e sta in una baby gang ganza ganza. L’altra settimana hanno fottuto la grana a una grumalda che usciva dalla posta. Scippo di vecchietta. Glielo detto a Stracciafiletti che non è una gran magata. Però una che sta in piedi perché fa pena pure alla forza di gravità e va alla posta a prendere la pensione e poi esce coi soldi in mano si vede che le piace l’avventura. Ho sentito al bar che s’è rotta il femore ma che non è niente perché al giorno d’oggi capace che pigliano quello di un maiale e glielo montano al posto di quello rotto e via zampettando meglio di prima. Però in Tv un tizio col birignao dice che così diventiamo bestie. Se si rompe il femore a Marilù io dico che gli mettono quello di una vacca e va come una sposa.

Oggi però il Biancone era su di giri. Biancone è un modo affettuoso di chiamare il vecchio perché lui è quasi pelato ma i pochi che ha sono ancora castani. Qualche volta lo chiamiamo Impo per non stancarci con le parole lunghe. La mamma la chiamiamo Star perché gallina vecchia fa buon brodo, ma lei crede che vogliamo dirle stella ed è tutta contenta, invece Caccia Continua non le piace anche se è sempre in giro a cercare il grande amore. Perché mica dice che vuol farsi qualche bella scopata e basta, dice che è in cerca dell’amore. E lo vuole grande. Le ho detto di cercare fra gli extracom ma si è offesa. Speriamo almeno che stavolta lo trovi con la grana. Meglio figliastri di un berlusca qualunque che di uno stronzo onesto come il nostro bionzo. A volte Caccia Continua mi chiama affettuosamente Piglianculo per via di quel moretto che ho rimorchiato una sera sul Web e mi sono portato a letto, le ho detto che volevo fare un po’ di meltpotting ma non ha capito: le uniche lingue che sa lei sono quelle che sa lei. Mi ha dato un ceffone e io so il vero  perché: era gelosa e il negro se lo voleva fare lei.

Stavo dicendo che oggi il vecchio sembra in canna, ma lui dice che gli spinelli se l’è fatti solo nel sessantotto quando aveva tredici anni. Dice che era una protesta per la rivoluzione. Ma poi si son messi a fumarli tutti e gli unici dritti son, come sempre, quelli che li vendono e fanno testoni e testardi. Naturalmente il mio bio li compra, lui non è un dritto e vive del suo lavoro. Amen.

Sto perdendo il filo, ah sì, oggi è su di giri come un motorino truccato. Vuoi vedere che è vero quello che mi ha detto l’Osvaldo al videopoker? Si mormora che il mio vecchio a Cuba abbia rimediato una cavallina, e che l’abbia presa da un certo Fidel che castra tutti gli americani. Essendo che il mio vecchio è un padano puro sangue non ha corso pericoli. A meno che la cubica non lo faccia crepare d'infarto.

Stracciafiletti ha fatto firmare al vecchio una nota che gli ha sgnaccato il mangiaostie della scuola, quello che gli insegna che il padreterno s’è incazzato per una mela e ci ha cacciati dal suo orto dandoci dei maledetti cazzoni e non ci ha perdonato finché non gli abbiamo inchiodato il figlio su una croce, che se lo sapevamo lo facevamo prima. Comunque il maxigonna ha scritto sul quaderno di Stracciafiletti che disturba la lezione. Il vecchio ha firmato senza neanche leggere ma io ho chiesto perché, così Stracciafiletti impara a non fidarsi neanche di suo fratello. Però Stracciafiletti è fico, e se l’ha inventata lui l’ha inventata bella. Ha raccontato che il prete stava smaronando di quando il primo uomo appena creato da dio stava da dio nel famoso orto a farsi le pippe perché non c’erano fiche neanche a pagarle, e che il padreterno allora aveva deciso di levargli una costoletta per costruirgliene una. Perché poi doveva usare un osso per far una cosa senza osso sono misteri da dio. Poiché il padreterno è buono prima pare gli facesse l’Anastasia ma quando si sveglia il nudone si trova accanto una puttana che ancora adesso se ti dai una martellata sulle dita dici puttana Eva. Che poi sarebbe la madre di tutti noi. A questo punto anche il nostro Impo sembra interessato e Stracciafiletti la butta là alla grande.

Ho chiesto a Don Rinco: ma se Adamo aveva già il pisello prima che dio gli facesse la puttana Eva, ce l’aveva solo per pisciare oppure dio sapeva già che nella seconda puntata gli sarebbe servito per fottere?-

L’Impo schiatta dal ridere e si batte le mani sulle cosce, mentre la vecchia sussulta ma le protesi no.

Stracciafiletti vuole i soldi per la benzina e il vecchio ride di nuovo: mica ha la macchina! Che ci fa con la benzina? Stracciafiletti si stringe nelle spalle e non risponde. E’ un segreto. Un segreto del cazzo: è la terza volta che cercano di dar fuoco a Chopin.

D’altra parte qui si muore di noia e qualcosa bisogna inventarsi. Abbiamo già decorato tutte le paline stradali e rotto il naso alle statue. Anche le chitarrate coi campanelli dei citofoni han perso fascino. Ogni tanto si va per le campagne e si finge di essere del genio. Diamo qualche bel sasso a una contadina dicendole che è una bomba e che deve farla bollire finché non torniamo e che se smette di bollire salta tutto. Qualche volta la fan bollire per giorni. Una volta ce l’han tirata appresso che l’Osvaldo ancora ne porta il segno su una spalla. Allora non ci siamo andati più.

Per un po’ ci siam fatti fottere dal videopoker e poi l’Aris che smanetta da dio con quei cosi dalle mille gambette ci ha fatto un trigo che faceva venire le carte uguali. Faceva, perché abbiamo tirato su qualche centone ma poi hanno svagato e una notte è arrivato un capo con il pugno di ferro che prima ha buttato giù i denti all'Aris e poi ha sfranto il trigo. Ha detto che se ci riproviamo ci fa un culo come la galleria del Bianco dopo l’incendio.

Metafora ha detto il Mando. Per me è più metà dentro che fora. Niente, ci abbiamo anche rimesso perché per rifarsi i denti l’Aris ha speso tutte le vincite più cinquecentomila misere.

Oggi mi sono incazzato come un circonciso. Già il lunedì c’ho la luna storta perché anche l’ultima domenica è andata in vacca e qui se non ci si diverte da giovani poi o si va a Cuba da quel pappone di Fidel o ci si fa rifare le tette ma senza divertirsi uguale.

Poi, al Moderno, che è il bar della Magna e Bevi, t’incontro Battacchio che mi dice che la mia vecchia scopa ancora bene ma non ha resistenza. Porca troia, come non ha resistenza? Battacchio mi precisa che lui non l’ha insultata e se dico porca troia sarà che la conosco meglio di lui e mi spiega che lui ne fa sette di fila mentre alla quarta la vecchia è stremata e resta lì come una bambola di stracci.

Adesso mi vien da ridere. Battacchio lo chiamiamo Battacchio per quello. Suona le donne come campane, sbattendoglielo dentro come fosse sempre ite missa est.

Batacchio mi batte una manata sulle spalle:

Comunque è la meglio del giro suo.

- Me le son fatte tutte le sfigate per adempiere ad un voto ma non danno più gusto. Come vecchie highway senza toll.-

Chissà che cazzo avrà voluto dire. Battacchio è stato in America una volta, quando c’era quel presidente, come si chiamava, quello che si faceva succhiare l’uccello in televisione, o lo raccontava in televisione, vabbè quello, avete capito.

Battacchio è stato in California a vendere inginocchiatoi per conto del suo padrone che li fabbrica e da allora spara suoni strani che dice che sono inglese. Sarà. Le lingue sono importanti, dicono.

Me ne sono accorto quando sono stato ad un colloquio per lavoro. Cercavano uno che sapesse di computer. Io gli ho detto che sapevo di telefonini e gli ho sparato giù ventisette marche e ottantadue modelli. Non mi han dato il posto. Se non lecchi il culo non te lo danno mai. Importanza delle lingue.

Ho conosciuto la cubista, sì, insomma quella che Fidel ha mollato a mio padre. Di solito il vecchio prende bufale cornutissime ma stavolta la manzetta c’ha un bel culo e due labbra da mungitura continua. Mi ha detto che una come lei si chiama cubana e di non fare subito rime stronze, però è anche cubista perché balla sul cubo in discoteca. Questo però l’avevo capito da solo perché l’ho conosciuta proprio lì, non sono mica così pirla, sculettava sul cubo e tutti le guardano il culo.

Il Mando ha detto che è la culista e se fosse maschio sarebbe l’oculista. E ha raccontato di sua nonna che è andata dall’oculista per farsi dare un’occhiata all’emorroidi.

A me queste cose grammaticali mi fanno venire il nervoso e ho fatto finta di capire e ho riso con gli altri.

Culista, cubista o cubana, Ines è messa bene e poi ha una gran cultura. Quando le ho elencato le marche dei telefonini lei ne ha aggiunte due americane che non conoscevo. Dice che a Cuba sono in pochi ad averlo il trillo perché Fidel è contrario. Dev’essere un bel rompicoglioni questo Fidel. Però è strana. Ha la pelle nuda nuda senza un ornamento, nemmeno un brillantino nel naso. Forse ce l’avrà in qualche posto segreto come il Pepi. Le metto le mani in mezzo alle gambe per assicurarmene e le tocco la costola di Adamo. Qui da noi le teste non ci fan più caso se le tocchi lì. Qualcuna ti manda a cagare, qualcuna sbadiglia. Oh, questa culista cubista cubana parte per la tangenziale. Mi si abbranca che sembra un terzino nell’area di rigore e mi mette in apnea con quei due wurstel spalmati di rosso sgnaccati sulla mia bocca. Neanche tempo di sputare il cicles. Glielo passo a lei che lo sputa al posto mio.

- Lo sai che il rossetto lo fanno con le ossa dei morti e delle carogne? –

Io il brillantino non l’ho trovato ma lei il mio uccello sì. Però non è contenta perché lo palleggia molle fra le mani.

- Sei maricon? – mi chiede.

Io per levarmela di dosso dico di sì. Stacca la sanguisuga e sospira: le avevano detto che gli italiani erano grandi amatori., ma anche mio padre fa cilecca una volta su due. A me sembra un bel complimento per il vecchio: una su due non è una brutta media, sempre che non sia una a pasqua e una a natale.

L’ultima non era natale ma santostefano. E’ che comincia a essere più la fatica che il gusto. Star lì a pompare in fondo è lavoro, lo ha spiegato anche il prof di Fisica a Strappafiletti Il Pepi mi ha detto che suo padre ha cominciato alla catena di montaggio. Io ho cominciato dal montaggio senza catena ma è meglio uno spinello. Almeno quello non pretende che continui anche quando hai finito.

Ines è andata a consolarsi con la Gian che è ambidestra e che poi mi ha detto che se la sono leccata per un’ora. Tra donne sanno come si deve fare, invece i maschi sono rozzi, imbranati e si stancano subito.

Stavolta ci sono riusciti e Chopin è andato in cenere. Sono rimasti solo due dei suoi tre cappotti mezzi bruciati. Li teneva tutti addosso anche d’agosto quando qui si crepa dal caldo. Dev’essere lui il barbone di quella vaccata all’inferno. Quella che in mezzo alle fiamme uno grida che chiudano la porta perché fa corrente. Non che Chopin facesse del male a qualcuno, ma neanche del bene. Faceva niente, come tanti. Però era zoppo e qui da noi zoppo si dice "sciòp" e allora lui Chopin.

Ci sono altre cinque righe oggi su La Provincia. Dicono che Chopin dev’essersi addormentato con la pipa accesa. Può darsi, ma ben bagnato di benzina.

Stracciafiletti fa la faccia da schiaffi: mai bruciato Chopin in vita sua. Mi hanno spiegato che si chiama omerta, qui noi diciamo più spesso "o merda!"

Ho incontrato uno dei due rasati di Gian e mi ha fatto vedere che sul braccio ha una righetta tatuata in più:

- Come il Barone Rosso! - mi ha detto.

Io non ho capito ma ho restituito l’ammicco cercando di non voltargli mai le spalle. Con questi uncinati qui meglio fare l’amico e da come ficcano i bastoni un minimo di prudenza di posizione è di rigore. Magari Straccifiletti è uno stronzo che si vanta di cose non sue e la benzina era dei rasati. Chissenefrega.

Oggi la Sabrina mi vuole fare un pompino. Dice che da qualcosa deve cominciare perché ormai c’ha dodici anni. La Sabrina è mia cugina, brutta brutta brutta, ma una bocca è una bocca no? Ma si stanca subito e mi guarda male: le han detto che quel coso diventa duro e invece niente.

Mica sempre. Ne devi imparare di cose. Diventa duro se gli piace la donna.-

Va via con la testa bassa che sembra una cagnetta bastonata.

Stracciafiletti oggi compie tredici anni e quelli della sua ghenga lo festeggiano a Milano. Prima hanno sderenato due vagoni della metro per farsi due risate e far cagare sotto i viaggiatori e poi hanno spogliato due sanbabilini e hanno rivestito Stracciafiletti tutto di roba strafirmata. Devo dire che è stata un’idea carina e un gran regalo di compleanno. Il Rolex soprattutto che ha l’aria di essere autentico perché quel coglione che ce l’aveva s’è fatto rompere il polso prima di mollarlo.

Però la coglionaggine dev’essere proprio nel Rolex perché da quando ce l’ha Stracciafiletti va in giro a chiedere a tutti se per caso vogliono sapere che ora è.

Alla nostra siliconata gliel’ha dovuto chiedere tre volte prima che lei si accorgesse della novità. Si stava dando una mano di biacca antirughe ma si è molto compiaciuta quando Stracciafiletti le ha detto che il Rolex gliel’ha fatto la sua fidanzata. Proprio così ha detto quella faccia da culo di Stracciafiletti: fidanzata. Erano anni che non sentivo quella parola buffa ma Tetta Finta l’ha abbracciato, sporcandogli il naso di biacca, e giuro che aveva gli occhi lucidi come quando si mette il collirio.

- Sei un ometto, allora! – ha trillato.

Ho dovuto correre fuori a vomitare.

Allora, se è per questo la fidanzata ce l’ho pure io. L’Agnese è una gran figa e scopiamo senza preservativo, tanto lei dice che se resta incinta, abortisce. Io me ne fotto ma non è mai successo niente. Quindi i casi sono due: o l’Agnese è anche bugiarda o io sono sterile come una garza in farmacia. Se la seconda è quella giusta ho proprio un gran culo perché mi posso fottere tutte le teste del mondo e andarci liscio.

Però l’Agnese c’ha un debole anche per il Mando, dice che è affascinata dalla sua cultura. Sarà. 

Io me la faccio anche con la Maria Pia che si chiamerebbe solo Maria ma da noi "pia" sta per "piglia" e Maria piglia molto.

Ieri strusciando per la main street io e la Agnese ci tenevamo per mano e con mano libera reggevamo i nostri telefonini vicino alle orecchie: lei parlava col Mando e io con la Maria Pia. Era come scopare in 4, una ficata! Quando uno dice del progresso dell’elettronica, eh?

Tetta Finta piange, ma non è per Battacchio. Si è messa in chat su C6 e ha rimediato il grande amore. Solo che lui dice che non è innamorato di lei però sono stati a letto insieme un paio di volte. La vecchia vorrebbe farsi una settimana alle Maldive con questo che si firma BleuPum ma lui le dice che non può perché non vuole attaccarsi troppo a lei. Star si beve tutto come una pischella al primo amore anche se a me pare che il BleuPum teme che sia lei ad attaccarsi troppo a lui e non viceversa. Figuriamoci se uno che ha qualche autunno in meno della vecchia si sciroppa una famiglia con dentro me e Stracciafiletti. O dio, io sono già mezzo fuori, però la centomila di mamma ogni tanto è benvenuta.

Stuzzica oggi, stuzzica domani mi son fatto la cubana, e davanti e di dietro. Mentre faticavo mi ha detto che sono meglio di mio padre.

- Sì, me l’ha detto anche la mamma. –

Così è stata zitta. Figurarsi se mi faccio imbruttire da una di quel Fidel di merda.

Ieri uno dei rasati che si scopa la Gian l’ha beccata in camporella con un marocco taglia extralarge. Ha chiamato in aiuto il co-scopante e han cercato di menare all’extracom. Cercato soltanto perché hanno rimediato un giro turistico di sganassoni che manco l’Albertini a Milano.

E la Gian li ha pure presi per il culo in discoteca. Dice che il marocco ce l’ha due volte più lungo dei loro uccelli messi in fila. Secondo me esagera, ma io ho poca esperienza di cazzi africani.

Battacchio ha sostenuto che nessuno ce l’ha più grosso del suo e si è esibito nel suo numero preferito che chiama della Sacra Pìncione: intinge il picio nel Barbera e poi lo avvolge in un tovagliolo di lino per lasciarne la maestosa impronta.

Finora nessuno è riuscito a fare una sacra Pìncione più importante. Ma il marocco di Gian non ha mai partecipato.

La mamma di Sabrina è la sorella della mia vecchia e sta ancora col marito però fanno i separati in casa. Dice che lo fanno per Sabrina a scopare ognuno in camera propria con i loro partner, così Sabrina può esercitarsi a fare pompini nella family room. Sì, perché i genitori di Sabrina hanno la grana e chiamano la sala family room. Odiano gli ebrei ma non so perché. A Sabrina è andata bene perché le hanno impedito di leggere il diario di Anna Frank col quale a scuola ci facevano due palle così. Sabrina fa scherma e smercia qualche spinello, tra un pompino e l’altro, per arrotondare. Chissà se sarebbero contenti di saperlo i suoi due bios. In fondo ha il senso del commercio e crescendo può diventare una berlusca.

Tutti vorrebbero diventare ricchi come il Berlusca ma non basta fottersene delle leggi e della morale per arrivarci, bisogna proprio sapere dove mettere le mani. Ci accontentiamo ogni tanto di guardare la TV, quei gran fichi e fiche bene illuminati, ben vestiti, che esistono alla grande. Qui noi ci sentiamo tutti un po’ embrio sull’orlo dell’aborto.

E’ una vita di merda. Forse ci vorrebbe una bella guerra. Al Moderno ogni tanto approda il Sandrone che ha fatto il partigiano su per le Alpi e se gli paghi da bere ti racconta delle robe da farti sentire vivo. Come di quando han legato lo scemo di un villaggio nudo ad un albero la notte di natale e l’ha fatto crepare a forza di secchiate d’acqua gelata, o di quella ragazza che era andata in montagna a cercare il padre e la madre che erano scomparsi e che la sono inculata in 25. Per non farla gridare dice che le avevano graffato la lingua contro la guancia con una cucitrice metallica. Tempi eroici ma che non tornano più.

I due rasati ci dicono che prima o poi ci sarà la resa dei conti. Non so se parlano di politica o del marocco di Gian. Me ne frego sia della prima che della seconda.

Oggi l’Agnese c’aveva il muso lungo. Dice che è incinta di me. Mi sono piegato in due dalle risate. Perché proprio di me? Ha il telefonino no? Perché non fa un giro di telefonate? Mi ha risposto che sono uno stronzo ma invece pensava che non mi faccio incastrare e che sono fico.

- Comunque abortisci no? L’hai sempre detto prima di scopare…-

L’Agnese è una femmina e quindi indecisa a tutto. Han voluto la parità ma hanno scoperto che è scomoda. Adesso vorrebbe un maschio protettivo. Io le ho detto che la protezione la doveva pretendere prima, sull’uccello che la fotteva. Si è incazzata e mi è saltata addosso. Mi ha fatto un graffio sotto un occhio, un dito più su e mi cecava. Le ho dato una sgrullata e lei è rotolata dalle scale. Non è più incinta, problema risolto. Che palle però.

Prima o poi doveva capitare. La cubana è una consumacazzi senza fine e mi sta incollata davanti ogni volta che può. Visto che Caccia Continua stava scopando in camera sua con BleuPum che continua a dirle di non essere innamorato di lei ma lei dice che lui lo dice perché è contorto e non capisce di essere cottissimo di lei, ho sistemato la cubana sul bordo del mio letto per accontentarla nel modo che più le piace. Bene, è arrivato lui, l’ex padrone del bordello. E non se l’è presa perché la sua ex dell’altare si stava fottendo quello che non sa di essere innamorato di lei, ma è rimasto di rigida merda nel vedere me che mi fottevo la sua attuale.

Io parto con difficoltà ma quando parto non è che mi posso fermare. Ho visto il genitore vacillare e portarsi una mano al petto, poi è scappato via. La cubana, coi capelli sulla faccia, in grande ansimo, non l’ha neppure visto. Gliel’ho detto io, a cose finite.

Mi ha guardato come uno scarafaggio e poi è esplosa in insulti spagnoli. Pare che se non si sposa un italiano la cacciano dall’Italia. Strane leggi, io la caccerei se se ne sposa uno…

La Marilù s’è messa con un senegalese e ha gettato nello scompiglio il gruppetto delle sfigate vicine alla nientepausa. I negri sono sporchi. I negri puzzano. I negri sono come le scimmie. I negri non hanno mai avuto cultura. La bombardano la povera Marilù. Ma come può mettersi con un negro? La Marilù è serena, soddisfatta. Guarda le amiche e non risponde, poi allunga un braccio e si porta l’altra mano alla spalla.

- Ooooohhhh! – fan tutte, invidiose.

Stracciafiletti ha litigato per il potere nella gang e con la testa del capo ha sfondato uno dei vetri della porta della scuola. Quello è andato all’ospedale e Stracciafiletti in presidenza per rispondere del vetro rotto. Ha dovuto andare a ritirarlo la nostra comune vecchia che ha giurato al preside che Stracciafiletti è un bambino d’oro, un po’ in sofferenza perché il padre non è cresciuto. E’ la tesi di Star: il padre dei suoi figli è rimasto bambino e così lei, matura, se ne deve cercare altri di bambini, magari ben sviluppati.

Il preside l’ha ascoltata poco, affascinato dalle sue grandi tette sode. Forse non sa che sono finte, il preside è un "taliano" come diciamo noi qui, cioè viene dalla Talia che comincia subito dopo il Po. Quasi dall’Africa insomma. Magari ce l’ha grosso pure lui.

Ieri è arrivata la cubana a casa e la vecchia voleva fare l’indifferente però quello stacco di fica che si scopa il suo ex bambino un po’ le dà sui nervi.

Ma la cubana era in lacrime e non riusciva a spiegarsi. Ripeteva:

- Y ahora con qui me caso…con qui me caso…- e non capivo che caso volesse. Poi l’abbiamo capito perché è arrivata la Polizia.

Il Commissario è un taliano ovviamente e ha pure un accento africano terribile, dice che è di Roma. Ha messo le manette alla cubana.

Abbiamo pensato il peggio: che avesse ammazzato il vecchio. Invece per fortuna no, si era impiccato da solo nel bagno. Si è attaccato al tubo della doccia che però non ha retto fino in fondo, si è staccato e l’acqua ha allagato l’appartamento. Adesso c’è quello del piano di sotto che vuole rifatto il soffitto e deve pagare Star perché non hanno fatto la divisione dei beni, anzi nemmeno la separazione hanno fatto.

Il nostro vecchio non è morto però s’è fottuto la noce del collo e se ne sta paralizzato in rianimazione. La mamma è disperata, dice che l’ha fatto apposta per farle venire il senso di colpa e costringerla a badare a lui per il resto della sua vita. Io so che non è per quello che si è legato alla doccia ma preferisco non dirglielo perché un po’ di senso di colpa è meglio di niente.

Vogliono rimpatriare la cubana e così lei mi supplica di sposarla. Per finta, come fanno tutti. Mi pagherà anche dieci milioni. Come? Dice che lei dieci milioni li trova in un paio di mesi. Ci penso su. Non pare un brutto affare.

- Poi ci lasciamo subito se vuoi…-

Mi guarda coi suoi occhioni sudamericani che se li sai interpretare te lo fanno venire duro anche senza toccarlo.

- Io ti posso pure sposare. Però tu resti con me almeno un paio d’anni. Ci trasferiamo a Milano che qui si batte poco. Tu, ben vestita, rimedi anche due milioni a notte. Fifty e fifty, che ne dici?-

Dice che sono un amorale ma alla fine accetta. Ci sposeremo il mese prossimo, tempo di fare le carte.

Al vecchio non glielo dico del matrimonio. Mi guarda ma non parla. Non può più parlare, però le dita della mano destra le muove. E faccio vedere al medico quel dito medio che tiene bello dritto: sembra un buon segno.

La resa dei conti. Mi chiama la Gian. I due rasati hanno avuto rinforzi dall’Austria. Dice che sono arrivati dei camerati e hanno acchiappato il marocco dal grande uccello. Stanotte ci si diverte un poco.

L’hanno legato nudo nella cappella sconsacrata e anche da floscio l’amico caffelatte è ben munito: gli arriva un mezzo palmo dal ginocchio! Batacchio è davanti a lui coi pantaloni giù: il suo da moscio non pare un gran che ma quando inturgida è la fine del mondo: in effetti Battacchio eretto è uno spettacolo. Il marocco è terrorizzato e supplica che lo lascino andare. Certo così spaventato non può mica concorrere con Batacchio.

Tocca alla Gian che si dà da fare con la bocca e alla fine ci riesce. Nonostante il terrore, l’uccello del marocco comincia a crescere, a crescere, a crescere… Quello di Battacchio sembra quello di Stracciafiletti in confronto!

Si scatena la rabbia dei cazzisti! Ecco la prova che questi bastardi di extracom vengono qui per trombarsi le nostre donne e poi ce le lasciano talmente larghe che non riusciamo più a soddisfarle! Bisogna bloccare l’immigrazione! E per sfogarsi menano il povero marocco finché non dà più segni vita e ha di nuovo l’uccello piccolo.

Le sirene della Polizia: sono i taliani che corrono in soccorso dei fratelli africani. C’è appena il tempo di sparire ma non di far sparire il marocco.

Stavolta su La Provincia la notizia è in prima pagina: Messa Nera col morto, intitolano. Questi giornalisti non ci pigliano mai.

E’ di nuovo domenica, la solita noia. In questo posto di merda non capita mai niente. Domani il Mando ha un esame a Milano e la mia vecchia, di là, sta discutendo col suo BleuPum sul fatto che lui certamente l’ama ma non vuole ammetterlo. Mi vien voglia di mettergli un po’ di insetticida nella birra così la piantano, come ha fatto quel sagrestano nel vino della messa.

Stracciafiletti s’è beccato un’altra nota dal mangiaostie della scuola perché ha sostenuto che se nella messa il vino diventa sangue di Cristo allora l’insetticida doveva diventare emoqualcosa. Insomma, buono. E i

Invece il prete stava tirando le cuoia. Credo che non dirà messa per un po’…

Si fermano due pullmini davanti al Moderno dove stiamo giocando a Misére io, uno dei rasati, la Gian e l’Agnese. Porca troia, è la TV!

Saltano giù in tre e uno è una di quelle facce da stronzo che capita di vedere la sera, quelli che vanno in giro a fare domande stronze e che sono strapagati per farle.

Entrano nel bar, con delle lampade, la telecamera e cominciano a chiedere:

- Qualcuno conosceva quel ragazzo ucciso nella cappella?-

- Qui lo conoscevano tutti, una brava persona, lavoratore…-

- Era in regola col permesso di soggiorno. Avete idea di chi e perché sia stato brutalmente ammazzato?-

Brutalmente…. Che esagerazione. Qualche bastonata. Sono grossi ma fragili questa extracom. Il rasato ride ma cerca di non farsi vedere. Ma l’occhio di lince del bravo intervistatore lo coglie e gli spara addosso la telecamera:

- Perché ridi? Vedo che hai una testa del duce tatuata sul polso. Ne sai niente di quell’omicidio?-

Intanto vaffanculo. Poi non ne so niente e poi è stato al massimo uno scimmicidio…- il rasato se ne va spintonando il cameram. Adesso ho la telecamera addosso e le luci negli occhi.

- Quello è un tuo amico?-

- Ci si vede. Qui siamo tutti amici.-

- E’ un nazista però, un fascista…-

- Non lo so, non mi interesso di calcio. -

- Hai visto quel tatuaggio, no? Saprai chi era il duce, Benito Mussolini?-

Mi sforzo di fare bella figura ma non mi viene.

- Dammi un aiutino…. Era biondo?-

 

F i n e    

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